mercoledì 21 giugno 2006

Signore, donami la gioia vera, quella dell’Amore.


Tutto ci sfugge: e Dio e le cose. Noi stessi a noi stessi.


L’ovvietà è una bestemmia.


Signore, voglio incarnare tutti i Tuoi desideri.


Una democrazia, che favorisca l’ascesa politica di ladri e di criminali, è anch’essa ladrona e criminosa.


Wojtyla avrebbe defecato financo di fronte alle telecamere.


La vita si comprende solo se si comprende la morte. Ma comprendere la morte è come comprendere Dio.


Solo ignorando e calpestando la psicanalisi, Wojtyla può essere canonizzato. I dinosauri della storia sono spesso i microbi dello spirito.


La democrazia suppone irrealisticamente un popolo informato, colto e maturo, un popolo non manipolabile.


Un popolo capace di verità è temuto dalla chiesa, dalle dittature, dalle democrazie plutocratiche, bushane e berlusconiane, pornodemocrazie.


“Tua è la gloria”. Solo Tu sei luce in pienezza e in radianza.


Signore, non mi basta solo vederTi. Bramo che ogni cosa e ogni uomo un giorno sfoci in Te.


Che tutto l’essere pervenga al Tuo volto. E’ questo il senso corretto del “Ritorno” di Cristo, è questa, in fondo, la mia unica preghiera.


Il “ritorno” di Cristo va preservato da ogni sensazionalismo e da ogni platealità. Non è uno spettacolo wojtyliano.


Il ritorno di Cristo va interpretato come ritorno delle cose a Cristo e con Cristo a Dio.


Il fondamento divino latente delle cose alla fine esploderà e investirà di sé ogni contesto: questo è il ritorno di Cristo.


Il popolo cattolico è patologicamente vulnerabile, perché solo sacramentato e non formato. Qualsiasi Codice Da Vinci lo mette in forse, qualsiasi Mel Gibson lo tonifica. Sacramentalismo ed emozionalismo religioso sono i suoi demoni.

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