lunedì 12 novembre 2007

“Spiritus latet in litera”: Lutero.

 

Le opere sono il corpo della fede.

 

La Scrittura è, più che la chiesa, “mater et magistra”.

 

Cristo storicamente e culturalmente deve ancora del tutto manifestarsi.

 

Le ricchezze di Cristo non sono state ancora scrutate.

 

La bilocazione è un mezzo missionario.

 

Ogni situazione è gravida di Dio, ogni cosa è madre di Dio.

 

Gesù, Tu l’Amore, io il niente.

 

Si è giustificati dalla fede fiduciale e dalla fede intellettuale (Gesù è Figlio: Dio, come Logos, s’è incarnato).

Giustificati o “essuti”, “essati”, fatti essere.

 

Per lui Dio era realissimamente la Trinità.

 

Perdonò chi lo aveva calunniato, morente lo coprì di doni e di amore.

 

P.Pio viveva da biologicamente morto, eppure quale veicolo di grazia e di grazie.

 

“E’ fuori città”: la risposta secca e mendace d’un prete a un moribondo, desideroso di confessarsi dal certosino.

 

Uno storico, che, a proposito di p. Pio, parla di acido fenico senza conoscerne l’uso culturale, è uno storico?

Limitarsi ai soli documenti è imbecillità. Anche gli autistici nel dettaglio sono rigorosi.

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