giovedì 6 dicembre 2007

Siamo figli di Dio in vista del Figlio e grazie al Figlio.

 

Il corpo è la nube che avvolge lo spirito.

 

Alla chiesa interessa la donna perché genera il maschio.

 

Il vero sacramento per l’inconscio della chiesa è l’Ordine, perché maschile, mentre il Battesimo è un sacramento grigio perché destinato anche alle femmine.

 

Della chiesa aveva respirato l’inconscio omofilo. Dio lo disincagliò attraverso il dono di amicizie femminili (vietate dall’ascetica spiritualistica clericale).

 

Se il suo fondo fosse stato gay, Dio lo avrebbe educato a viversi in pace e autenticità.

 

Lo Spirito lo introduceva nella veggenza (nell’inessenziale) dopo averlo radicato nell’Unico.

 

Viveva i suoi Doni come doni, né più né meno. Era avvinghiato perdutamente solo a Lui.

 

Sarebbe morto più volte per via delle terrificanti visite infernali. La potenza di Dio però risultava più palmare nel caso di un infartuato grave.

 

La nostra eternità è “vedere” Dio progredendo in una visione sempre più profonda. Vedere Dio desiderando di vederLo di più, vedere Dio vedendoLo sempre di più. Questo desiderio lancinante mai soddisfatto, sempre realizzato e rilanciato, questo è il “cielo”.

 

Anzi: vedere e diventare Lui.

 

Lui, il non violento per eccellenza, è nato senza squarciare l’imene di sua madre, senza procurarle sofferenza, senza provocarne sangue.

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