lunedì 31 dicembre 2007

“Itinerarium mentis in Deum” di Angelo Scola: da Cristo a d.Giussani, dalla Chiesa a Comunione e Liberazione. Fra l’altro defenestrato anche il socialismo paterno.

 

A p.Georg Gaenswein, autore di “Perché il Papa ha le scarpe rosse?” suggerirei un altro titolo: “Perché san Pietro non aveva le scarpette rosse?”.

A quando, caro Georg, una descrizione teologica della cintura di castità della Roccia petrina? E soprattutto della spada nella Roccia?

 

E vide quel mare, che l’Apocalisse non descrive: di rubino e di giada, denso e lieve, abbacinante, senza vento, serenissimo, verdeggiante di Amore. Vide e pianse.

 

La orante, bambina, felice sulle ginocchia di Dio, in sogno gli rise.

 

Il fondo delle cose si sfrangia infinito.

 

L’eros coniugale, esclusa la violenza, non ha leggi.

 

L’antipedofilia è la decisione etica, che tutta l’umanità deve porre e amare, grazie a valori superiori alla libertà sessuale.

 

Lo spirito è tutto, non il sesso.

 

Anche se in noi dorme il pedofilo, abbracciamolo: verrà alla luce, depotenziato dall’amore.

 

Quando al certosino cardiopatico veniva meno l’energia per pregare, gli rimaneva il suo essere stesso, fatto preghiera.

 

Non possiamo conoscere le cose: fioriscono dall’Abisso e profumano d’Abisso.

 

La scienza è scienza solo se cosciente della sua miopia.

 

Non qualsiasi fede è fede, ma solo la resa di sé.

 

La fede è alle prese col Soggetto mentre l’intelletto della fede definisce il Soggetto come Oggetto. E’ la complessità dell’essere umano a legiferare. Ma lo spirito è più potente della complessità, di cui fa parte.

 

Nella furia e fra la sabbia del Nulla, lampeggiano gli occhi blu d’un tuareg: lo spirito e la fede.

 

Il Cristo è un’essenza delicatissima: appena esposta al potere, si volatilizza.

 

Il Cristo di Scola scola negli scolatoi della Scolastica delle calli.

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