lunedì 28 gennaio 2008

Madre della Stella Messianica,

Tu stessa stella dell’Oceano.

 

Il Signore allentava sempre più il suo attracco alla terra, disponendolo all’Incontro beatificante. Per quasi tutti gli uomini è faticosissimo il distacco della morte, faticosissimo per i sensi, per il corpo, per l’anima, per lo stesso spirito aduso a pervenire a Dio attraverso le cose e nelle cose. Si tratta di “terra nuova e cieli nuovi”, di una dimensione così altra, da apparire antagonistica. Gli amici di Dio attraversano di getto questo spessore murale, questo portale di bronzo. Muoiono nel Bacio vivente. La loro morte, nello spirito, è potenza, è rapimento, è estasi, esodo, risurrezione.

 

La orante, alla richiesta del novizio su come stesse, gli rispose: la mia anima è nelle tenebre, ma il mio spirito sfolgora.

 

Felicissima definizione della morte dell’Amante. Come, in modo specialissimo, della morte di Gesù, l’Amante degli Amanti.

 

E’ orrenda la morte improvvisa, perché è orrendo staccarsi dal corpo senza alcuna preparazione. E l’agonia è, a suo modo, tale preparazione. Ma non è sufficiente. Occorre tutta la vita. Occorre spiritualità, occorre ascesi, occorre tensione metafisica.

La cultura di oggi, benesseriale e materialistica, sbatte le sue vittime in braccio alla morte e al Mistero d’improvviso, violentemente e crudelmente, perché attrezzate per il Nulla e corazzate contro l’Essere. L’incontro con la Luce così diventa scontro, l’amplesso stupro, la luce cecità, l’Amore orrore.

 

La fede cristiana, senza la mistica, l’esperienza dello Spirito Santo e dello spirito umano, non prepara all’incontro né qui né oltre. La cultura cristiana deve diventare coltivazione dello spirito, dello Spirito Santo e del proprio spirito. Benvenuta la solidarietà interumana, ma a partire dalla realtà radiosa dello Spirito Divino. Il Divino non è generico, è i Tre Divini Amanti. La Loro scoperta esperienziale, tematizzata teologicamente e antropolo-gicamente, è la Leva Divina del  mondo. Ne esplodono Personalismo e pluralismo, giustizia e amore, ambientalismo e pace. Senza i Tre, percepiti gustati amplessati, non c’è salvezza. Non c’è gesuologia autentica, non c’è cristologia vera, non c’è profezia, non c’è visione, non c’è futuro, non c’è neppure cenere. Senza di Loro tracima e infuria l’Abisso e gli uomini annaspano fra i flutti del Niente. Senza di Loro, vissuti e predicati, al di là di una terminologia ormai stantia e insipida (vedi: Padre, Figlio, Spirito Santo), senza la pretesa di aggiornarla, ma proiettandola immaginificamente, scrutandone il fuoco e la potenza con nuove formulazioni, ebbene senza di Loro siamo soli, siamo solitudine.

 

La chiesa è cieca di fronte a tale Splendore, perché si ama disperatamente e odia la Croce.

 

La Shoah è solo lo scandalo nello scandalo della seconda guerra mondiale.

Grida verso Dio non solo il sangue delle vittime ma anche quello degli stessi carnefici.

Grida verso Dio la nostra stupidità incommensurabile, la nostra apocalittica incapacità di essere razionali.

 

Sogno storico-romanzesco a ridosso del «Giorno della memoria», 27 gennaio 2008. All’interno della metropolitana parigina una signora dai capelli corvini, slanciata ed elegante, secondo la moda austera e sobria degli anni 40. Intuitivamente ebrea. Un agente fascista, in borghese, le chiede i documenti. Lei, più volte richiesta, più volte dolcemente tace. L’agente, che ne ha intuito l’identità, ammirato di lei, per non arrestarla, le molla un pugno sulla guancia sinistra. E si defila. La metropolitana s’arresta aprendosi. Entra in soccorso della svenuta una signora, subitamente compresa del contesto.

Questo articolo è disponibile anche in: Inglese