martedì 19 febbraio 2008

Satana  non sa che farsene dell’adorazione dei satanisti. Li e ci considera vermi.

 

Trent’anni fa la orante gli disse: sarai segno di contraddizione. La tua vita scorrerà fra due sponde opposte: fra crucifige e alleluja.

 

E soggiunse con dolcezza: il tuo idolo è la paura di apparire singolare (non di esserlo).

 

Satana si ritiene degno solo della propria adorazione, neppure di quella dei demoni.

 

In sogno incontrò un prete, conosciuto da ragazzo e totalmente rimosso. Era un liberal. Faceva i suoi bravi bagni estivi, clandestinamente e sugli scogli remoti. Ma la gente ne era ugualmente scandalizzata.

Lo salutò con affetto e compiacimento insieme.

 

Con la consacrazione profetica il certosino aveva ricevuto una spaventosa congenialità, per via di antitesi, al Dna di Satana.

 

Quale dono all’umanità e alla chiesa: Gesù ha rivelato a un uomo la Sua divinità. Mentre nella chiesa si tende a espellerLo dal Suo messaggio, ridotto a etica. Mentre si blatera che Gesù di Nazaret è solo teo-centrico e regno-centrico.

 

Si blatera. In questo blaterare serpeggia un che di neo-latrico.

 

Con la rivelazione della Sua divinità, nella consacrazione profetica, Gesù afferma la mirabile “conversione” eucaristica.

 

C’è evento cristico maggiore di questo nella storia pneumatica della chiesa, a prescindere dalle origini? C’è visione o apparizione che possa competere? Quest’evento cristico, nella sua duplice valenza (divinità di Gesù, conversione eucaristica), esula da ogni esperienza pneumatica del passato, s’adegua alla qualità ultima e ultimativa del nostro tempo storico. Ha, in sintesi, una salienza escatologica (in senso cronologico).

 

Inoltre, nella consacrazione profetica, Gesù riconosce come ecclesiale la categoria dei profeti. E la re-istituisce.

 

Nella consacrazione profetica è citato esplicitamente Satana, il Nemico per eccellenza della chiesa e degli uomini.

 

“Ti consacro profeta e antagonista di Satana”. “Antagonista” di Satana: è la lotta tipica del battezzato, che acquista salienza nel profeta.

 

“Antagonista di Satana”: la vita del battezzato è strappata a ogni quietismo e scagliata nell’arena dell’Amore. Odiando l’avversario e le sue opere.

 

“Ti consacro…”: ti strappo a te stesso e ti rendo Mio, ti fidanzo, ti rendo Mio partner. Torna il tema battesimale: il battezzato s’intreccia con Cristo in un unico viluppo di fede e di amore.

 

“Ti consacro…” equivale a: Io consacro te, nella tua pienezza di libertà. Si allude al battesimo adulto.

 

La posta della lotta è suprema: è in gioco la propria salvezza o la propria perdizione, la salvezza dei nostri fratelli e delle nostre sorelle o la loro perdizione.

 

E’ una lotta asperrima, in cui s’affina cresce e culmina la nostra inebriante amicizia con Dio, fine e luce di ogni lotta.

 

Le Parole consacratorie di Gesù sono una sintesi di spirito e di prassi evangelica.

 

“Ti consacro…”: ovviamente per la chiesa e per l’umanità. Il battezzato, soprattutto se profeta, non s’appartiene più.

 

Le Parole consacratorie di Gesù implicano un trattato di teologia battesimale.

 

Il profeta, sulla linea del battezzato, come il battezzato e più del battezzato, è un inviato. La sua è per antonomasia pro-esistenza. Non è con gli altri ma verso gli altri. Il suo assolo è corale. La sua solitudine moltitudine, il suo deserto agorà.

 

Il tono delle Parole consacratorie di Gesù è da emergenza assoluta, da catastrofe ineluttabile per gli uomini e per il pianeta.

Alle Parole fa da sfondo l’abisso, in tutti i sensi, storico e metastorico. Fa da sfondo la battaglia spirituale finale.

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