giovedì 13 marzo 2008

Il principio di non contraddizione è un postulato, un dogma, una fede, la volontà che la realtà non sia contraddittoria.

Altrimenti: il principio di non contraddizione è solo un “imperativo”, che certo serve a vivere, ma che certamente non è verità innegabile.

 

Ormai la logica, la matematica, la fisica (nelle loro falde più evolute) non si considerano più verità innegabili.

 

La potenza semplicissima di Parmenide si ritorce contro lo stesso Severino, contro la sua “struttura originaria del destino della verità” (le cose non sono illusioni, ma eterni).

La potenza di Parmenide è tale che respinge anche il suo superamento severiniano.

Ma qui inside il problema: Parmenide è davvero “venerando e terribile”, come un dio, a detta di Platone?

Il “principio di non contraddizione” è davvero dio?

 

“Forse la maggioranza dei pedofili è fatta di individui non propriamente pedofili, attratti dai ragazzini, ma anche da donne o uomini adulti.

Il problema sono gli altri: quelli che provano eccitazione solo ed esclusivamente per i bambini.

E’ un grosso problema: avere un bisogno primario, come quello sessuale, e non poterlo soddisfare se non a prezzo di rovinare un bambino e infrangere la legge.

Alcuni, soprattutto quelli che non provano un forte desiderio, riescono a vivere cancellando il sesso dalla propria vita. Altri riescono a soddisfare questo bisogno in modo legale, per esempio attraverso l’aiuto di un partner consenziente, che si traveste e finge di essere un bambino. Ma ci sono anche quelli che non hanno scrupoli a danneggiare la psiche di un minore e rifiutano ogni trattamento: a questi c’è davvero poco da offrire.

I preti pedofili costituiscono un gruppo a parte. Normalmente il loro non è un problema di eccitazione incontrollabile che li porta ad abusare dei minori, ma un mix complicato di problemi”: Don Grubin, psichiatra forense, professore alla Newcastle University, uno dei maggiori esperti inglesi.

 

Lo spirito, energia intellettiva (valori) e volitiva (etica), può assordare la sensualità più assordante.

Vanno evitati, se necessario, contesti e occasioni che la fomentino.

Si può impazzire eroticamente di fronte al particolare apparentemente più stupido. In realtà il neonato è aperto ad ogni colore dello spettro erotico, vasto quanto il reale, fisico e antropico.

Dobbiamo essere coscienti dell’onnivalenza dell’èros, al di là delle classificazioni classiche. Affrontandola con fiducia in Dio, creatore ultimo di ogni impulso ma soprattutto fonte di autodominio.

Sì, l’uomo, credente o non, deve possedersi: riesumando un preziosissimo verbo neoscolastico.

E’ vero che l’impulso radicale e profondo dell’uomo è onni-erotico, ma non deve assumere tutte le forme storiche dell’èros.

Occorre disciplinarlo ed elevarlo all’amicizia, al dono reciproco, all’oblatività duale, ma soprattutto al dono unilaterale di sé.

Alla liquidità della realtà erotica non si può rispondere con un’intelligenza altrettanto liquida. Si deve reagire con un’intelligenza formale e formalizzante, strutturale e strutturante, ordinatrice ma non repressiva, perché cosciente del fondo informale delle cose e in specie dell’èros.

Questa coscienza, radicale e viva, ci salverà da ogni volontà di autoannientamento.

 

Al caos interno, che ci minaccia e ci vivifica insieme, gli uomini devono rispondere con l’etica, i credenti in modo prioritario con la preghiera, facendo leva su Dio salvatore o soccorritore.

 

Gustavo Bontadini. Uno dei maggiori pensatori del nostro tempo.

 

Emanuele Severino. Fra i maggiori pensatori italiani, dopo Vico, con Gentile.

 

Abbiamo un folle bisogno di razionalità cordiale, di illuminismo romantico, di fede agapica, di amore pistico, di mistica lucida, soprattutto di dialogo disinteressato.

 

Atei, agnostici, mistici: l’arcobaleno salvifico dell’umanità. Il loro fine: solo l’uomo. Per i mistici il solo fine prossimo, il solo sacramento.

 

Dio va amato in spirito e verità. Dio va amato anche nella Sua negazione. Dio va amato anche nel Suo oblio.

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