sabato 3 maggio 2008

La vita di Myriam fu costellata di figli e di nipoti e segnata profondamente da due morti: quella del primogenito e quella di Giuseppe, uomo buono, retto, operoso.

 

Il matrimonio di Myriam fu all’insegna del contratto, come quello di tutte le sue coetanee. Non un matrimonio romantico ma deciso dai padri degli interessati. La donna infatti era nelle mani del padre, dei fratelli, del marito, insomma dei maschi. Considerata per sua natura inferiore. Myriam visse sinceramente questa sudditanza. Forse pianse quando ancora ragazzina lasciò la sua famiglia per entrare in quella di Giuseppe.

Suo padre a Giuseppe, che la richiedeva, ne decantò salute capacità di lavoro e soprattutto verginità. Sì, la verginità era il mito di quella società patriarcale e agricola. Almeno sette figli, cinque maschi, fra cui Yeshua, e alcune donne e tanta, tanta abnegazione.

Era angosciata all’idea che suo figlio Yeshua la lasciasse per il Suo ruolo di profeta itinerante. Temeva per la Sua sorte sulla scorta delle sue conoscenze bibliche e storiche: i profeti autentici venivano massacrati.

Non sapeva né leggere né scrivere, era analfabeta come tutte le sue coetanee, secondo il dictat culturale del suo ambiente.

Yeshua sviluppò le Sue qualità di leader grazie alla Sua posizione di capo famiglia, con Giuseppe e dopo Giuseppe.

Capelli neri, occhi neri, carnagione olivastra: la verisimile icona fisica di Myriam antropologicamente e statisticamente ricostruibile. Piccola ma di certo graziosa.

 

Secondo il cardinale Scola, papa Roncalli non fu né conservatore né progressista, ma un santo. Monofisismo puro. Come dire: Cristo fu crocifisso per la Sua santità, non per le Sue idee.

 

Lo Scola scola da ogni poro i liquami intellettuali di san Giussani e della sua santissima lega.

 

Gesù, diade perfetta.

 

Padre degli uomini e degli angeli, degli animali e delle piante, delle pietre e delle stelle, intercedi presso di Te per ogni cosa.

 

2 maggio ore 3,50. Ventilato da gigantesco farfallone notturno. E poi, quasi sul muso, nel nero un nero mostruoso.

Lanciò un urlo di terrore. Aveva sperimentato l’Assassino giovanneo. Il cuore, gravemente infartuato, rimase sbattuto e squassato per mezz’ora. Il tutto totalmente sveglio, nei sensi esterni e interni.

 

La notte seguente decise di dormire a luce spenta. Gesù gli aveva dimostrato la Sua potenza sul suo cuore. Doveva fidarsi assolutamente di Lui.

 

Da quella esperienza satanica, la più violenta e traumatica della sua vita, il certosino ne esce vivificato nello spirito e sommerso da Dio.

 

Le stimmate sono prodotte da Gesù anche attraverso il ministero degli angeli, di quegli angeli che penetrarono l’altezza, la profondità, l’ampiezza dell’Amore presente nel Crocifisso. Che soffrirono quell’Amore. E ne furono feriti.

 

a Roberto Robustelli

Il suono amoroso

delle megattere

in questo weekend

                            di luna

m’ingolfa

                 nel tuo fango

Sarno

                nel tuo dolore

Roberto

                               Maggio 99

Lampioni d’amore

su amplessi marini

spiati

da un morboso campanile

3 maggio 99

Vega

capsule di mistero

atterrano stasera

sul tuo dolore

Bari 99

Michelaccio

bambino prodigio

stanotte

succhia le stelle

e fischia alla luna

Polignano 99

Nubi d’inconscio

su lampi di luna.

Ronfa

Michelaccio

in grembo a Morfeo

fra harem di stelle

e cantine di luna.

Tutti gli usignoli dell’infanzia

si sono svegliati.

Cantano le ferite della vita.

Sullo scivolo del raggio di luna

tornano bambini

i vividi morti.

A cavalcioni della luna

mangiando le stelle.

Abbracciandomi da lontano.

Fruscii di luna e di angeli

fragore di grilli

asfalti infiniti

latrati ardenti di cani.

Il Gange del cuore

trabocca di lumi e di fiori.

Amore.

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