mercoledì 3 settembre 2008

“Ora da trent’anni il nostro sistema educativo – dalla famiglia alla scuola – ha avuto una sola preoccupazione: evitare ai bambini e ai giovani ogni trauma, ogni fatica, ogni frustrazione.

Insegnando loro che sono bravi, adorabili qualsiasi sciocchezza facciano e che non dovranno mai pagare per i loro errori. Non gli è stato mai detto che la nostra intelligenza si sviluppa solo affrontando problemi, che il nostro carattere si plasma solo accettando le sfide, che per capire il valore delle cose dobbiamo meritarcele…”: Francesco Alberoni

 

O Padre, Spirito fontale del Verbo e del Suono.

 

Il fine dell’umanità non è la Chiesa ma il Regno.

 

Intrecciati per sempre dall’Amore, danzavano la Trinità. Bellissimi di felicità. I genitori morti del profeta.

 

“Thálassa, thálassa” è il grido dei soldati nell’Anabasi di Xenofonte. E’ il murmure del sangue del profeta, nato sul mare.

 

Erik Borgman: “…io la considero la principale conquista del Vaticano II: la capacità di vedere il mondo come il luogo della presenza di Dio e la chiesa come quell’insieme di persone che sanno scorgere questa presenza proprio nella situazione contemporanea e si lasciano interpellare e riunire da tale presenza”.

 

Per Ratzinger invece “la chiesa è l’unica enclave in cui si può essere salvati dalle forze distruttive del mondo, ossia dalle forze distruttive della modernità”: Erik Borgman

 

Vento. Vento. Vento. Vento. Vento. Siccità e morte. E un ragazzo, che cerca di strappare alla sabbia rovente una lamella d’acqua. Alla fine, prossimo alla morte, il prodigio: il deserto diventa mare. Nella stupenda fiction araba il certosino ritrova commosso tutta la sua vita.

 

La croce non è centro, ma parte viva di tutta la sequenza salvifica: incarnazione, passione, morte, risurrezione, invio dello Spirito.

 

Sant’Ambrogio: “Ubi fides, ibi libertas”.

 

La croce è il prezzo che Gesù paga ai suoi ideali. Nessun Dio adirato, nessuna punizione vicaria.

 

La croce sa di Giordano: è l’icona della solidarietà di Gesù Cristo coi peccatori, con tutti i peccatori, oppressori e oppressi.

 

Anche i poveri peccano.

 

Un’autentica Teologia della Liberazione deve anche liberare l’oppressore. Da se stesso.

Il certosino in sogno per 2 volte si ritrova in una stanza lievemente terrosa, istoriata da eleganti e coerenti impronte di enormi conchiglie fossili.

Si interroga e si risponde sul senso della visione: il suo compito è riportare ogni cosa ecclesiale alla sorgiva freschezza. “Thálassa, thálassa” esclamano le conchiglie virtuali della visione.

 

Quando spunta la luna a Marechiaro, i morti ridono.

 

Il Regno di Dio è amore e giustizia e virtualmente la fede contemplativa e attiva in Gesù Signore o Cristo.

 

Gesù è il leader di un movimento itinerante carismatico, in cui uomini e donne sono iniziati da Cristo stesso all’amicizia, alla fraternità, alla sorellanza.

 

Il fondamentalismo di Gesù è antifondamentalista: non rompe la canna incrinata, non spegne il lucignolo fumigante.

 

Vito Fornari: “La storia degli uomini non è che la storia di uno solo, Gesù Cristo”.

 

“Può appropriarsi al Signore l’antico detto: homo sum, humani nihil a me alienum puto…”: Giorgio La Pira

 

L’arabo originale del Corano, avocalico, può essere vocalizzato variamente. Questo semplice dato infirma la visione ideologica d’un Corano immutabile, perfetto, perentorio, gabrielico.

 

L’Iran e l’Arabia Saudita promuovono versioni arabe del Corano, che si discostano volutamente dal senso dell’arabo originale. Favorendo anche attraverso mirate interpolazioni antisemitismo e fondamentalismo.

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