giovedì 30 ottobre 2008

“…Il discorso è, allora, che siamo arrivati a essere più di 6 miliardi e mezzo di abitanti su un pianetino che oramai è come una casa pericolante, in imminente pericolo di crollo. Per le singole abitazioni di solito intervengono i pompieri che le fanno sgomberare. Ma il pianeta Terra non può essere salvato così. Non abbiamo a disposizione un pianetone contiguo dove ci possiamo trasferire. Se c’è dunque una priorità assoluta, inderogabile, e non differibile è questa. Lo sottolinea con allarme quasi tutto il sapere scientifico…”: Giovanni Sartori

 

I messaggi di Medjugorje sono troppi e soprattutto ripetitivi. Si pone una domanda serissima: può la Madre di Gesù per anni occupare la scena, attirando stabilmente l’attenzione su di Sé, Lei che è l’Umilissima, via al Cristo, il Giovanni Battista al femminile? Sacrificando la potenza interiore e normale della fede all’apparizione esterna.

Lo stile di Maria non è tale, tenendo conto dei Vangeli e delle apparizioni del passato.

C’è inoltre odore di business. Non quello inevitabile del commercio religioso, ma il fetore inerente alla vita concreta dei francescani e dei veggenti. Su questo punto il ceffo del maligno è nettissimo. Inoltre una pioggia d’oro di segreti, una fantasmatica autobiografia dettata da Maria, un segno clamoroso sulla collina. Tutto sembra artato da effetto speciale, per masse disposte alla credulità, facili a “convertirsi”. A cosa? La risposta è semplice: a Medjugorje.

 

Obama può essere eletto presidente da una nazione ampiamente razzista, formalmente e tecnicamente democratica, solo in virtù della potenza della crisi finanziaria. Non in virtù dell’osceno volume di sangue proprio e altrui, versato in Iraq.

 

Il sangue palestinese non fa Shoah.

 

Il Medio Oriente regala sempre più i fondamentalisti pacifici dell’Islam al fondamentalismo duro e puro dei fondamentalisti fanatici (eliminare Israele, anzi il male occidentale, anzi il male tout court: non credere nel Profeta).

 

E la notte del deserto fu squarciata da un lampo d’oro. Contro il cielo fiammeggiante di stelle, sulla marea delirante, enormeggia lui, il Vitello dell’alpe polacco.

Il cuore ebreo del profeta fu incendiato dal dolore. E le tavole della Legge si spezzarono per la potenza d’urto del cuore spezzato.

 

Il tau, sulla fronte del profeta, evidente ma non evidentissimo, è apocalittico: annuncia la catastrofe assoluta e la salvezza assoluta.

 

Giovedì 30 ottobre, ore 14,30. Contrazioni dolorosissime delle mani. Dolore radiale a partire dal centro.

 

Il “Verrà a giudicare i vivi e i morti” del Credo è gravemente insufficiente. Manca la dottrina paolina del rapimento (di cui vive il dogma dell’Assunzione). Dottrina supremamente elpistica, speranziale.

Il Credo, su questo punto, dovrebbe suonare: “Verrà a rapire gli eletti e a giudicare i risorti”.

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