martedì 17 febbraio 2009

Martini: “E’ importante riconoscere che la prosecuzione della vita umana fisica non è di per sé il principio primo e assoluto. Sopra di esso sta quello della dignità umana…”.

 

Mancuso: “…Il valore assoluto è la dignità della vita umana che si compie come libertà…”.

 

Il fine della creazione e della storia è la libertà perché solo da essa può sortire l’amore.

 

E se Ratzinger fosse un lefebvriano (molto più sottile, scaltro e compromissorio di Lefebvre) che ha conquistato il potere legalmente?

 

Ormai è chiaro: l’accettazione del Concilio Vaticano II  da parte di Ratzinger non può che essere formale.

 

Per Ratzinger e per i lefebvriani, irretiti, il Concilio è solo dottrina. Il resto è stile, metodo, senso del contingente. Riconoscere la realtà della Shoah nelle sue proporzioni, optare per la libertà di coscienza è questione di stile, non di sostanza. Questa distinzione acuta  e sottile fra dottrina (sostanza) e stile è lo stigma geniale e sulfureo del Bavaro.

Questo articolo è disponibile anche in: Inglese