venerdì 1 maggio 2009

Penetrava via via con forza maggiore le parole consacratorie di Gesù su di lui nel 1977.

“Ti consacro profeta e antagonista di Satana”. “antagonista” in triplice senso:

a) attraverso la profezia riformistico-progressista.

b) attraverso la partecipazione alla Passione del Cristo, attuativa di salvezza eterna per molte “anime”.

c) attraverso la lotta strenua contro il possibile peccato personale, intellettuale e morale.

 

“Ti consacro” ossia ti sottraggo a te stesso, all’istituzione, al mondo mondano e ti oriento sin dalle tue radici, con tutto il tuo essere, a Me.

 

“Ti consacro profeta e antagonista di Satana”: parole capaci di realizzare storicamente      il loro contenuto. Parole teo-potenti, come le “parole” della Creazione e le parole eucaristiche dell’Ultima Cena.

 

Capiva che non doveva subire e sopportare la Passione ma volerLa. VolerLa non solo come Volontà di Dio, ma come affettuosissimo Dono dell’Amore.

 

Non solo il mondo fisico, ma anche la storia umana è piena di demoni, di “dei”, direbbe Paolo.

 

L’esistenza di Satana non è solo metafisica ma vivacemente attivamente fertilmente storica. La vita di ogni uomo, come la vita di Gesù, sempre sotto la regia di Dio, è incalzata dallo Spirito, assediata da Satana, visitata dagli angeli, disturbata dai demoni. Questa consapevolezza acuta e viva è stata smarrita dai credenti.

 

La fede deve essere integrale: dalla Trinità alla divinità di Gesù, dagli angeli all’Inferno. Esperienza visionaria solo in alcuni, che hanno il compito storico di testimoniare, stimolando e ravvivando.

 

Nelle tentazioni di fede, dovute alla sua sensibilità filosofica e in specie esegetica, l’esperienza eucaristica del 1977, maiestatica terribile aliena sovrumana supermondana squassante, foriera di morte senza morire, mirabile, inconcetta e inconcepibile, che supera la potenza di tutte le cristofanie bibliche ed ecclesiali, rimaneva e rimane il riferimento assoluto, imperturbato e imperturbabile, della mente e del cuore. Nessun altro uomo, dopo Maria di Nazaret e Paolo di Tarso, ha conosciuto e conoscerà questo niagara di Vita. Visioni, estasi, visite celesti, miracoli, prodigi, profezie di profeti su di lui, tutto si prosciuga ed evapora, come nel torrido deserto australiano, di fronte a tale Potenza.

Da quel punto cosmico si sventagliava un processo di esplicitazione e di affinamento del proprio Sé, di mentalizzazione sapienziale, soprattutto di fusione col Cristo e, alla fine della sua vita, col Cristo Crocifisso. Questo entusiasmo ontologico lo legava congenialmente a Paolo.

 

Cristo attraverso Paolo ha traghettato l’ebraismo verso i Gentili, attraverso il profeta  traghetterà la chiesa cattolica verso l’ultima modernità e l’ultimo futuro. Attraverso due ebrei.

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