giovedì 21 maggio 2009

Gesù esprime la volontà e i sentimenti salvifici del Padre, da tutta l’eternità proteso a noi uomini. Gesù è Salvatore in quanto incarna Dio Salvatore. Salvatore da chi e da che cosa?

Da chi? Da Satana. Da che cosa? Dall’egocentrismo e dall’antropocentrismo.

 

Gesù ci insegna e ci comunica il Suo Umore, il Suo “Cuore”: la tensione di Dio a superarSi verso gli uomini; la tensione degli uomini a superarsi verso l’Umanità, sullo sfondo e sul fondo (fondamento) della tensione di Dio all’alterità da Sé.

 

Per M.Q., la passiflora torinese, Volontà di Dio = “Cuore” di Dio.

 

Vito Mancuso risponde a Enzo Bianchi

“Al contrario io sostengo che:

1)     è la giustizia che salva;

2)     la giustizia può essere attuata da ogni uomo, dentro o fuori la Chiesa, essendo legata alla logica della creazione;

3)     la creazione è il cardine teologico decisivo e tra materia e spirito non c’è alcuna contrapposizione. Mentre la gnosi è una dottrina segreta riservata a pochi dalla cui conoscenza dipende la salvezza, io all’opposto lego la salvezza alla pratica della giustizia, come sostiene Gesù in Matteo 25 e in numerosi altri passi. Mentre la gnosi consiste in una totale svalutazione della natura, attribuita a un Dio minore e malvagio, io all’opposto faccio della creazione il trattato teologico decisivo e dell’adesione alla sua logica il principio salvifico”.

 

Osservazione fraterna del certosino a Vito Mancuso: l’essenza essenzialissima della gnosi è l’autosalvezza, che Lei pre-dica e dica. In nome di una ontologia senza trascendenza, simile a quella di Emanuele Severino. Che però rimane un mostro di coerenza iperlogica.

 

Enzo Bianchi: alla salvezza “possono partecipare tutti gli uomini di tutte le epoche e di tutte le culture quando, percorrendo vie di umanizzazione, si rendono conformi a Dio”. Senonché “se nel mondo non ci fosse la Chiesa, verrebbe meno il segno e lo strumento del piano di Dio di riunire tutti gli uomini nell’unico corpo di Cristo, così che ‘l’uomo diventi Dio’, secondo l’adagio dei padri orientali”.

 

L’ombra della morte, per sé e per gli altri, ignari, tallonava l’autistico.

 

“…John Haught distingue tra ateismo duro (hard-core) e ateismo debole (soft-core). L’ateismo duro è l’ateismo classico (Feuerbach, Marx, Nietzsche, Freud, Sartre), che aveva la consapevolezza delle conseguenze filosofiche, culturali ed esistenziali della negazione radicale di Dio; ciò che non ha il nuovo ateismo, che ignora le conseguenze nichiliste della posizione che sostiene. Si tratta, si direbbe, di un ateismo disinvolto, esclusivamente polemico nei confronti della religione. In questo senso, il filosofo tedesco Klaus Muller parla di «ateismo come contro-religione (Gegenreligion)»…”. Rosino Gibellini

 

“Quando la parola è schiava, tutto è schiavo”. Jacques Ellul

 

Il peccato di Satana fu l’angelo-centrismo analogo all’antropo-centrismo del peccato umano. Fu perfezione senza Perfettore.

 

M.Q., nella prima fase della sua vita spirituale investita da Doni specialissimi, conobbe la tentazione dei principianti: temere di essere un’illusa. Trovò padri spirituali aperti a queste Dimensioni ma al tempo stesso esigenti sul piano etico. M.Q. crebbe virtuosa e mistica insieme, anzi misticissima, all’interno di un impegno etico eroico.

 

Un padre gesuita, ebreo, famoso nel movimento carismatico milanese, aspirava a concludere la sua vita a Gerusalemme. La sua “madre spirituale” lo invitava al rinvio della sua opzione. M.Q., informata, in preghiera seppe che non aveva senso temporeggiare. Lo comunicò al gesuita interessato, che però preferì la linea soft della sua guida. Morì anzitempo stroncato dal cancro.

Era un brillante intellettuale della fede, con una spiccata propensione al mistico. Difettava di ascolto e di umiltà. Difettava di Luce.

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