SCIENZA ED ETICA

La scienza dice: l’embrione è un ammasso di cellule. Ma quando la scienza dice: è solo un ammasso di cellule, sconfina da sé, fa filosofia, cattiva filosofia. L’etica, meglio, la bioetica non è la scienza né deve esserlo. Il suo compito non è vedere, ma intuire, interpretare e decidere.
L’etica non può negare la scienza, quindi ripete che l’embrione è un ammasso di cellule. Ma l’etica, a differenza della scienza, deve superare il dato scientifico: l’embrione non è solo un ammasso di cellule.
La bioetica sospetta e fiuta nell’embrione qualcosa che non è riducibile agli embrioni, qualcosa che è più ricco e intenso dell’entità cellulare.
Due sono le direttrici secondo cui si muove la bioetica: l’embrione persona, l’embrione progetto personale, distinguibili solo in astratto.
Infatti non possiamo definire la persona una pienezza cui contrapporre qualcosa di parziale, che non è persona. Questo qualcosa sta diventando persona, questo qualcosa è un progetto personale, non una cosa. In definitiva, la persona, come la coscienza, è un processo, di cui l’embrione è l’anteprima. Se il bambino è potenzialmente più ricco dell’adulto, figurarsi l’embrione.
Il conflitto fra scienza ed etica è falso. Può nascere solo fra una scienza che fa filosofia e un’etica che nega la scienza. Il conflitto è fra cattiva filosofia e un’etica che vuol essere essa stessa scienza.
Politicamente parlando, a nostro avviso, il referendum, da non liquidare, esige un approccio dialettico e articolato, secondo la nostra più alta tradizione umanistica. Non siamo esorcisti.

Sac. Dr. Franco Ratti

Riportata sinora da

  • Il quotidiano “Liberazione” del 17 febbraio 2005
  • Il quotidiano “Corriere dell’Irpinia” del 19 febbraio 2005

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