VERGINITÀ DI MARIA E FECONDAZIONE ASSISTITA

Lettera pubblicata su:

  • il quotidiano “Liberazione” del 27 febbraio 1999
  • il settimanale “Avvenimenti” del 28 febbraio 1999
  • il quotidiano “Ottopagine” del 23 febbraio 1999
  • il settimanale “La Rinascita” del 13 agosto 1999
  • il quotidiano “La Repubblica” (“Donna”) del 26 ottobre 1999

 

Monopoli, 11 febbraio 1999

La Chiesa cattolica (parlo da cattolico) per secoli ci ha nascosto il fatto che Gesù ebbe fratelli e sorelle carnali. Nonostante l’evidenza del greco neotestamentario e l’ammissione tranquilla dei primi secoli (cristiani e non cattolici).

Il sessuofobismo manicheo è prevalso, rendendo irriconoscibile Maria di Nazareth, sposata ad un uomo, desiderato come maschio e maschio prolifico. Colei, che è stata la madre verginale del Cristo, è divenuta la sempre Vergine. Desessualizzata, angelicata, modello per suore, accanto ad un marito, modello per preti violentemente celibi.

In sintesi: la verginità perpetua di Maria è stata letteralmente inventata dal genio celibatario e sessualmente puritano della Chiesa romana, griffato Agostino Aurelio di Tagaste.
Aggiungi al sessuofobismo di ieri e di oggi il tecnofobismo odierno (sempre in campo sessuale) tipico di Wojtyla: amore e provetta, addirittura sesso e tecnica sono radicalmente antagonistici. Misconoscendo cordialmente la concezione moderna, ormai irreversibile, di una “tecnica”, che prolunghi e potenzi la natura simulandone addirittura le “tecniche”.

Osservazione finale: Cristo, che dona il Suo Corpo fisico, quindi sessuato, nell’Eucaristia (secondo la nostra fede cattolica), se tornasse a vivere storicamente, sarebbe donatore di seme. Scandalizzando i benpensanti di sempre.

Sac. Dr. Franco Ratti

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