domenica 16 settembre 2007

Il non Luogo radioso ossia il Paradiso.


Via via che il Signore entra in noi, entrano i Suoi sentimenti e le Sue stesse emozioni.


La Risurrezione del Cristo era il suo bastone e il suo vincastro.


La cristologia vera dei sinottici ha bisogno della cristologia più veradi Paolo e di Giovanni.


La cristologia dei sinottici è in divenire. Paolo e Giovanni sono il fine e la fine del divenire cristologico dei sinottici.


I demoni sono vampiri spirituali. Specialisti della depressione dello spirito e dell’anima, cui s’avvinghiano dissanguandoli e svuotandoli di ogni fede in Dio e nel Suo Cristo.


Satana è terribile, implacabile, spietato con le anime, che Dio chiama a ravvivare la fede degli uomini.


L’anima dell’eletto può essere nella morsa di Satana per ore o per giorni. Nessuna preghiera può scioglierla. L’unica compagna dell’anima è la fede, grondante sangue sotto i fendenti mostruosi del dubbio e dei dubbi. Lui è il ragno, l’anima la preda irretita. Dio non la consola, ma la sostiene intimamente. Ma è come non ci fosse. E’ in atto una pressione, apparentemente (avverbio sconosciuto all’anima in quel mentre) senza scampo. L’esercizio eroico della fede è il preambolo delle grandi missioni spirituali, superiori a quelle caritative e intellettuali.


Non si può essere spirituali ossia ripieni di Spirito Santo senza aver conosciuto e conoscere seriamente lo spirito maligno.


Molti uomini si perdono senza che Satana intervenga in modo speciale nella loro vita. Semplicemente grazie alla loro decisione di fondo, che si ramifica in tutto il loro agire ed essere.


Fu investito dalla Tenebra. Un’illusione Dio? Un nobile illuso il Cristo? L’Io, che gli aveva parlato, il suo io?


Riconobbe subito l’Inganno. Troppe le grazie, troppi i doni, troppi i prodigi nella sua vita.


Le stelle sono le emozioni degli angeli.


L’esperienza di Satana può legare a sé e tarpare. Va superata, vivendola, attraverso spazi orizzonti poli mentali, forti e magnifici: il Dio Trino, il cosmo, l’umanità, Israele, le chiese, la chiesa. Vivere il particolare superandolo nell’universale.


Gli autistici non vanno integrati, ma rispettati. I loro educatori attraverso opportune strategie devono evitare di farsi integrare. Cogli autistici si diventa autistici.

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