domenica 25 marzo 2007

Le cose diventano la caverna platonica ove entrare e installarsi, volgendo le spalle al Sole Divino. E’ la tragedia degli uomini. Il peccato.

Viviamo di riflessi e di illusioni.

 

Nella liturgia non è mai stato applicato a Dio l’attributo “bello”, perché ritenuto femminile.

 

Ci riteniamo speleologi, in realtà siamo cavernicoli.

 

Signore, aiutami a comprendermi e a comprendere gli uomini del mio tempo. Che non giudichi con occhi medievali.

 

Le grandi amicizie: PaoloVI Moro e, in calando rovinoso, Wojtyla Andreotti, Ratzinger Giussani.

 

Aldo Moro, un uomo di Dio, che la chiesa non canonizzerà mai. Forse.

 

Incontrò don Giussani alla Cattolica: un cafone. Cafone chi scrive questo giudizio.

 

Foto recentissima dell’Osservatore Romano: Ratzinger bacia un bambino. Col naso. Bambino autistico?

 

Oggi più che in altre epoche non si può dire la verità. La democrazia reale non tollera nudità, vittoriana com’è. Solo veli e velenosità.

 

Alla Cattolica gli fu suggerito da una gola profonda di Comunione e Liberazione di inserirvisi per far carriera accademica ed ecclesiastica.

 

Il peccato è una condizione pre-etica. E’ ritrovarsi di fronte al Semplice con tutti i propri anfratti, di fronte alla Roccia con tutta la propria fragilità, di fronte a Dio con tutta la propria creaturalità, di fronte al Mare con tutti i propri scogli. Di fronte all’Amore con tutta la propria durezza.

 

Il peccato, nella sua accezione mistica, richiede il senso del Sublime, il sentimento profondo del tre volte Santo.

 

La chiesa non trasmette il vero senso del peccato, ma la nozione dei peccati, angoscia sessuale e sensi di colpa.

 

Il Cristo agonizza sotto il peso della chiesa.

 

Il Verbo l’Idea, la chiesa le ideuzze.

 

Il pensiero oggi deve realmente pensare. La fede necessita del suo respiro oceanico.

 

Ratzinger, il cervello “spensante” di Wojtyla.

 

Il vescovo vestito di bianco del terzo segreto di Fatima non è un sepolcro imbiancato.

 

Al complotto contro Aldo Moro parteciparono eminenze romane? Andreotti sapeva del sito detentivo dello Stesso?

 

Martini non sarebbe mai potuto essere amico di un Andreotti o di un Giussani.

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