giovedì 1 gennaio 2009

L’infarto impediva l’effusione amorosa della preghiera ma non il suo gemito essenziale: Abbà.

 

Abbà, Abbà, Abbà all’infinito. Era il suono delle sfere, era il suono del cuore, era il suono del Verbo, era il suono dell’Amore, era il suono della Croce, era il suono del mattino di Pentecoste. Era il suono dell’infinito.

 

S’univa e si stringeva sempre più a Dio attraverso il suo infarto, che gli procurava depressione psico-fisica per la morsa quasi mortuaria del freddo invernale.

 

Qui sulla terra siamo immersi già nell’eternità per via della nostra temporalità.

 

Signore Gesù, trasformami in Te perché sia la gioia del Padre e dello Spirito.

 

Gesù, ho sete maggiore, sete esponenziale, sete estrema di Te. Gesù, sono sete di Te. Ho sete della Tua sete di me.

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