giovedì 10 gennaio 2008

La morte libera energia.

 

Gesù di Nazaret o la proiezione assoluta di Dio nella storia.

 

La Trinità in stato fusionale si chiama Dio.

 

La prevenzione dell’aborto significa contraccezione.

 

Cristo, Splendore dello Splendore del Padre.

Padre, Amore, Passione, Travolgenza.

 

Spirito, Musica del Verbo, Bufera di Vita, Gemito degli Amanti, convincimi del Cristo, salvami dal Nulla.

 

Dio, fosco sole della fede.

 

Le parole più sublimi su di Te ricadono su di sé, tramortite dalla Tua gloria.

 

Il vero mistico è abbacinato dalla gloria di Dio, non dalla gloria del Tempio.

 

Da novizio gesuita visse alcuni mesi nella stanza d’un gesuita morto in odore di visionarietà.

Egli, pregando per una sposina, in procinto di partorire, ignara del sesso del nascituro, vide sul fondo del calice eucaristico, nel vino appena consacrato, un bel maschietto, nudo. Corse dopo messa a riferirne telefonicamente alla coppietta in visibilio.

L’intuizione fu confermata dai fatti.

Nella stessa stanza il novizio vide splendere come una stella la orante, sua conoscente.

Sarebbe bello e coraggioso da parte dei gesuiti pubblicare gli strabilianti “fioretti” carismatici del singolare confratello.

 

Il Signore gli affidò la salvezza dell’esarca.

 

La morte è lo shock necessario per affermarsi come spiriti.

 

“Perché siamo ancora nella Chiesa” di Joseph Ratzinger Benedetto XVI è professorale cattedratico sofistico pedante macchinoso plumbeo. Gli manca            la semplicità la claritas la folgore il dolore del genio teologico. Soprattutto, ahimé,     la potenza veggente dello Spirito. E il Suo riso.

 

Lo spirito bussò alla sponda del letto. Il certosino, infastidito, si volse dalla parte opposta: non voleva interrompere il sonno e non era interessato a messaggi ultraterrestri. Ma, offrendo le spalle allo spirito, lo vide, in bianca cotta, salire l’altare. Era un prete pedofilo, suo conoscente, morto molti anni prima. Lo informava della fine della sua purificazione.

 

Suo padre, defunto, era lì di fronte a lui, il giovane novizio. Triste, dalla barba intonsa, col cappello calcato quasi sugli occhi a nascondere il loro velo.

Qualche giorno dopo s’adempì l’informativa celeste.

 

Quell’estate un contadino aveva imposto le sue mucche e la sua presenza al certosino in preghiera. Che si rivolse veementemente a Dio. Il contadino poco dopo fu stroncato all’improvviso da infarto. Il certosino ne fu rattristato.

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