giovedì 7 febbraio 2008

Anni orsono la orante con potenza soave gli disse: ti bastino solo i Tre Divini.

 

Ho le stimmate, invisibili. E padre Riccardo Lombardi, sofferente, raccolse tutte le sue forze e disse al novizio, imbarazzato dal dono divino: va’ avanti con tanta semplicità.

 

Il certosino, lentamente, progressivamente e ormai alla fine della sua vita, aveva preso atto delle conseguenze teoriche e pratiche del gesto consacratorio di Gesù: era il più grande profeta degli ultimi tempi e di tutti i tempi.

 

Gli uomini avrebbero visto in lui, in procinto di andare, la potenza e la grazia di Gesù Cristo, al di là di ogni misura.

 

Se Gesù è antidivorzista, lo è per motivi umanitari: per salvare le donne del Suo tempo e del Suo ambiente dai soprusi dei rispettivi mariti.

Per gli stessi motivi umanitari, e mai ideologici e assoluti, Gesù oggi in molti casi sarebbe divorzista.

 

Viaggio onirico negli Stati Uniti. Varie le situazioni antropologiche vissute dal certosino. Gli si schiude vivacemente e quasi filmicamente la cultura profonda del Sistema: pragmatismo, velocità, stress, rarità speculativa e sapienziale, mancanza di finezza, efficienza.

 

In sogno, notò nel suolo nere avvisaglie di petrolio: un nero, Obama, alla Casa Bianca?

 

A differenza di padre Lombardi, che visse sotto i riflettori quasi tutta la sua vita, e morì oscuramente, il certosino, solo in prossimità della morte, sarebbe stato oggetto di attenzione mondiale.

 

Il profeta ne scrive distaccato. La cometa sta per sfociare nel Sole. Non può contemplare il suo ombelico di ghiaccio e di polvere.

 

Sono la sentinella del mattino. Eppure il mio cuore già brucia di Sole.

 

A una madre, indaffaratissima coi suoi bambini, desiderosa di pregare, il certosino disse: la tua piscina e il tuo relax è il cuore di Gesù. Lungo la giornata, lanciati qui, spesso, in mezzo agli affanni del tuo carisma.

 

Desiderare di pregare è più importante che pregare, quando urgono i doveri del proprio stato. Nella volontà di Dio la nostra pace. Disse ancora il certosino a una procuratrice.

 

Il certosino era divorato da Dio notte e giorno. E di notte, nella quiete, il suo cuore tumultuava per Lui. E il sonno diventava vita.

 

Era ormai vicino il momento in cui sarebbe vissuto fisicamente solo di Eucaristia.

Cristo è realmente nutrimento e bevanda.

 

Ma anche questo è ombra. Ombra divina ma ombra. Anche Dio è ombra, qui, sulla “terra”:

 

Ti cerco, Signore, come una cerva sitibonda. Non mi placano le Tue orme, non mi placano le Tue spalle, non mi placa il Tuo capo, non mi placa il Tuo petto. Amo questa sete più dell’acqua viva che la placa. Questa sete implacabile sei Tu stesso, mio Dio, notte senza stelle, stelle senza notte, volto senza volto, nulla senza nulla, tutto senza tutto, mio niente, mio tutto, mia arsura, mia vita, mio Dio. Che non sei perché sei.

 

Se tu, mio Dio, mi apparissi come Dio, non Ti crederei, ma abbraccerei le Tue apparenze per spremerne la Tua realtà. E una volta spremuta, ancora una volta, non vi crederei. Signore, riposerò solo sulla Tua croce, ma quella croce, Ti prego, sia senza di Te perché Tu sei la Croce.

Colleghi abisso e cieli e cieli dei cieli, colleghi gli zaffiri dell’oriente coi rubini e i cherubini dell’occidente. Tu sei la sintesi di ogni sintesi, Tu sei la Croce e io muoio di bellezza.

 

I demoni nella teologia e nella predicazione sono ormai scaduti a istanze psichiche negative. Il Libro egizio dei morti e il Libro tibetano dei morti ne pullulano. Sono i nostri inquinatori. Si mescolano con la nostra psiche. E’ difficilissimo distinguerli dalle nostre pulsioni distruttive. Solo una sensibilità spirituale viva percepisce la differenza.

Sì perché i demoni sono percettibili, ma solo da chi è spirituale cioè radicato assolutamente in Cristo.

La fede è realmente esperienza, più cresce più sperimenta. Non è sufficiente la preghiera liturgica, pur necessaria. La fede, prima di essere comunitaria, è personale. Il Credo, celebrato nelle nostre liturgie comunitarie, recita: Credo. Al singolare.

La vita spirituale non è solo conoscere Cristo, ma conoscendo Cristo, conoscere il nostro io, i suoi interstizi, le sue latebre, le sue cripte, i suoi labirinti, le sue sovrastrutture, le sue escrescenze. Ma serenamente, fiduciosamente, adorando, lodando, spendendosi in mezzo agli altri e per gli altri. Sempre presenti al trono dell’Agnello e del Padre, sempre organici al Tempio cosmico e umano.

In quest’ampiezza e con quest’ampiezza va affrontato e amato il nostro io, scandagliato impietosamente, non guardato mai frontalmente ma nel volto di Cristo, ma pur sempre guardato.

Su questi piani sorprenderemo i demoni in noi e negli altri, vincendoli con la leggerezza dell’Amore e della Vita.

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