LETTERA NATALIZIA DEL MOCOVA SU PEDOFILIA E DINTORNI

Inviata dai legali del MO.CO.VA., dott. Emilio Sandulli e dott. Silvio Garofalo, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, alla Commissione Giustizia della Camera, alla Commissione Giustizia del Senato, ai Gruppi Parlamentari di Camera e Senato.

Di fronte al problema della pedofilia affettiva e al dramma della pedofilia violenta, il MO.CO.VA. (Movimento Concilio Vaticano II) enuncia con chiarezza e fermezza le Sue posizioni:

A. Posto che la pedofilia, interessata per sua natura ad entrambi i sessi, va rigorosamente distinta dalla omosessualità, che la scienza odierna non ritiene più patologica, per quanto riguarda la pedofilia in senso puramente affettivo ed effettivo:

1) Il pedofilo (la pedofila) non è un mostro. E’ solo un essere umano, totalmente umano, anche nella gravità della sua patologia psichica. Patologia, che va estesa alla stessa pedofilia “romantica”, cioè dolce e affettuosa. Il bambino ha tutto il diritto di vivere l’incantesimo dell’infanzia, l’adulto il dovere di preservarlo da ogni turbamento e intrigo sessuali, inducenti, di fatto, violenza.

2) Il bambino (bambina) di oggi può essere il pedofilo (la pedofila) di domani, soprattutto se deprivato di affetto. Un bambino disamato, infatti, è proclive a vedere nel pedofilo affettuoso e disponibile, il padre desiderato, ma assente.

3) Nella maggioranza dei casi di pedofilia, i pedofili sono gli stessi genitori.

4) La pedofilia latente, cioè l’interesse morboso (anche se inespresso) all’infanzia, è un fenomeno molto diffuso.

5) La scuola deve finalmente occuparsi di informazione e di educazione sessuale.

6) Il bambino non può essere più trattato dalle istituzioni educative (famiglia, scuola, chiesa) come oggetto passivo o soggetto che subisce. Pertanto, per esempio, deve essere rivista, nella Chiesa Cattolica, la prassi del pedobattesimo, cioè il conferimento del Battesimo al bambino. Il bambino (bambina) non più oggetto, né sessuale né religioso e sacramentale. Molti genitori, che battezzano immediatamente il loro bambino, vivono, purtroppo, dal punto di vista religioso, nel medioevo, pur essendo modernissimi nel resto. Il MO.CO.VA. sostiene decisamente tutta la gamma dei diritti del bambino, non solo il diritto alla dignità sessuale, ma anche a quella religiosa, quindi, in concreto, la sua capacità giuridica di scegliere, un giorno, da adulto, religione e sacramenti. Su questo tema specifico il MO.CO.VA. ritornerà puntualmente per le debite chiarificazioni.

7) Sul versante della scienza etica (l’etica è coscienza e scienza insieme) occorre avere il senso delle proporzioni e stabilire rigorosamente la gerarchia delle immoralità:

a) La pedofilia dei genitori è molto più grave della pedofilia di un estraneo.

b) Della pedofilia affettiva è molto più grave la zoofilia, cioè l’amore sessuale cogli animali. Questa è un’autentica epidemia morale, di cui né la TV né la stampa trattano. Questo è il classico peccato contro natura. Mentre la pedofilia affettiva, nella sua gravità, è pur sempre comunione sessuale con un essere umano, quindi patologia nell’ambito dell’interumano, la zoofilia scade nella sfera dell’alieno e dell’inferiore: il mondo animale.

B. Per quanto riguarda il pedofilo pedofono, cioè assassino, Noi Mocovisti siamo, in assoluto, contro ogni violenza, sia la violenza del pedofono sul bambino, sia la violenza della gente contro il pedofono. “Dobermann” di Jan Kounen, lo straordinario film che recentemente ha raccolto l’entusiastico consenso del pubblico, destinandosi perentoriamente a film-culto, si ispira alla seguente tesi: contro la violenza di alcuni, la società e il sistema rischiano di diventare più violenti degli stessi carnefici.

Il pedofono deve essere punito severamente. Soprattutto nel caso estremo di sadismo volutamente assassino; tenendo conto, però, che la morte della vittima può essere un gesto accidentale e preterintenzionale. In concreto, la giustizia nei suoi confronti deve essere alta e serena, mai massacro ed agenzia di morte.

In ogni caso e comunque, come cattolici progressisti e cristiani radicali, siamo contro la pena di morte. Una società, che decida di risolvere i suoi problemi con la pena di morte oppure con l’ergastolo a vita, non è più una società Umana, non è più ad immagine di Dio, ma ad immagine di Colui, che Cristo definì “Assassino”, in concreto, di Colui che l’ebraismo chiama Satana.

Il Natale di Gesù, il Bambino per eccellenza, svegli finalmente in noi l’Uomo autentico, capace di autodominio, anche eroico, nei confronti degli istinti perversi; soprattutto l’Uomo, senza violenza e sensi di morte.

Sac. Dr. Franco Ratti

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