lunedì 11 maggio 2009

Per la prima volta nella teologia il certosino attribuiva al mondo escatologico il carattere diadico di Gesù (la cristologia classica delle due “nature”). Si tratta di un mondo metafisicamente fisico, fisicamente metafisico. A immagine e somiglianza del Logos incarnato.

 

M.Q., senza saperlo, aveva generato il novizio all’esperienza Trinitaria, asse della sua vita. Da parte del profeta è un’esperienza indicibile essere figliato da una vergine, visitata dalla Trinità (visitata l’11 ottobre 1972, rivisitata il 25 marzo 1981). Entrando nella sua stessa esperienza assiale.

 

Mai Satana mente come quando dice la verità. E’ il padre di coloro che proclamano la verità tradendola.

 

La parola autentica è frutto di silenzio autentico. La parola divina è frutto di silenzio divino.

 

10 maggio 2009. Festa della mamma.

 

Abbà, Tu sei mia madre

Figlio, Tu sei mia madre

Spirito, Tu sei mia madre

Maria, tu sei mia madre

 

Preghiera sgorgata sul molo di Torre Canne. Primi bagnanti.

 

La cifra interiore di M.Q. è Trinitario-mariana. La Trinità, Dio, e Maria, creatura, sono nell’Amore un’unica realtà. Il futuro profeta, già adolescente, da solo, senza l’aiuto di altri, era entrato entusiasticamente in questo scenario dogmatico. Oggi puntualizza: Maria anche come icona della umanità e della chiesa. Non solo come madre di Gesù.

 

Mercoledì 25 marzo 1981. Annunciazione. 2° visita della Trinità a M.Q., nella cappella del Cottolengo. Oggetto della visita: il novizio, il suo destino di rinnovatore (alluso dalla data liturgica e dalla nuova fase astronomica), la sua spiritualità Trinitario-mariana, la sua tensione escatologica.

 

 “Per te carissimo P.Franco.

Giovedì 26 marzo 1981: Dio mio, io Ti amo! Ave Maria!

 

E’ difficile con le mie povere parole esprimere, far capire descrivere quello che gli occhi dello spirito, gli occhi dell’anima hanno visto, contemplato, goduto e impresso in me. Per i Doni mistici, Doni soprannaturali, ci vorrebbe una penna Divina con vocaboli adatti a far rivivere, raccontando la bellezza del Dono. Bellezza pura, splendida e luminosa era là. Tento, ma so che è un povero tentativo che sbiadisce lo splendore della Luce, la Bellezza delle Persone di Gesù e di Maria e la semplicità e l’Amore dei gesti.

Ieri mattina alle 6,15 ero già in Cappella. Sentivo il bisogno di stare là, davanti al Tabernacolo, in atteggiamento di umile preghiera e ascolto, in esultante inno di lode e ringraziamento alla Trinità Divina per tutti i benefici e doni avuti ed in unione con Maria ed in Maria cantare a Dio, mio Signore e mio Tutto, il Magnificat in ringraziamento per me e per il grande Dono di Grazia e di Consacrazione per Padre Franco¹.

Alle 6,40 ha inizio la S.Messa. Per la Solennità della Festa le Suore cantano, ma… all’offertorio, al posto dell’Altare, c’è una grande, potente Luce. “…e la Vita era la Luce” (Gv 1,4): è vero. Vedo una larga ampia scalinata, con molti scalini. Alla sommità c’è Gesù, in piedi, maestoso e bello, splendente di Luce. Alla sinistra di Gesù sento la presenza di Persone, che, ne sono certissima, sono il Padre e lo Spirito Santo. Ma non vedo che Luce splendidissima. Ai piedi della scalinata c’è la Madonna. In Lei c’è la vera felicità, la vera beatitudine, materna e Divina.

 

Giovedì 2 aprile

 

Riprendo oggi lo scritto ed il racconto del grande “Dono”, interrotto perché, mentre scrivevo, ho ricevuto una visita. Non ho ripreso prima perché mi sentivo incapace di esprimermi. Ripeto, sono visioni troppo grandi per esprimerle, per raccontarle con parole, oltre che umane, molto povere. Ma questa mattina, durante il mio colloquio con Gesù Eucaristia, Gesù mi ha detto: “Scrivi quanto hai visto. Obbedisci. Non curarti di ciò che possono pensare o dire… hai visto quanto sono belle la semplicità e la fiducia? Questo è nulla a quanto in Cielo vedrai”.

Ero sorpresa e come sempre mi è uscito dal cuore solo il dolce, caro, Santo Nome di Gesù. Ed era un sì alla Sua richiesta. Lui mi ha sorriso dentro.

Maria SS. fa alcuni passi lenti, calmi verso di te, Padre Franco. Ti vedo in piedi, diritto, ma ti vedo solo di spalle. Anche tu sei ai piedi della scalinata, rivolto e teso verso Gesù: Gesù è là, sulla sommità, ti attende. La Madonna tende a te, Franco, la Sua mano sinistra e tu le dai la mano destra. La Madonna la prende, con la semplicità e la tenerezza di una giovane e felice Mamma, che per mano accompagna il suo bambino a Gesù.

Come spiegare il Sorriso e la beatitudine Divina che è sul Volto di Gesù e della Madonna?!

Si guardano e si Sorridono: Sorriso di Pace, Sorriso di Gioia, Sorriso che è tutto un poema di Amore Divino e umano.

Gesù aveva una tunica lunga, che gli copriva i piedi. Tunica bianca fulgidissima. Gesù emanava luce da tutta la Persona. Era lo stesso “Volto” luminoso e bellissimo già visto  l’11 ottobre 1972, nella “visita dei Tre con la Vergine Mamma” e lo stesso “Volto” visto all’Altare il 10 febbraio 1980, però il Volto del Risorto, del Glorioso, del Vittorioso, visto alla destra del celebrante (Don Virgilio Zailo). La Beatitudine della Madonna era come nella “visita dei Tre Divini”. Anche lei, Maria, aveva un vestito lungo, ampio, d’un bianco neve, con riflessi di perla, bellissimo, mentre tu, P.Franco, eri in pantaloni grigio scuro e casacca grigia, come eri vestito il 15 agosto a Betania S.Cuore di Vische.

Ti ho visto di spalle. Si notava che eri un uomo alto, con spalle larghe, ma nel cuore la gioia di un bambino felice, semplice, desideroso di abbracciare Gesù. Ma non ti ho visto salire che due soli scalini e mi sono trovata con le lagrime sulle guance. Lì, al mio posto sul banco, tutto era come prima. Il Sacerdote all’Altare era ormai alla Consacrazione… Altro miracolo avveniva là davanti a me. Il pane e il vino diventavano Corpo e Sangue di quel Gesù, che avevo appena contemplato glorioso e splendente.

Ormai tutto era scolpito al vivo dentro di me. Mi sono accostata alla Santa Comunione con profondi sentimenti di umiltà ed insieme di esultanza, assetata e affamata di Divino.

Quando ho avuto Gesù nel mio cuore, ho solo Amato e lasciato che il mio spirito ricontemplasse quanto era ed è vivissimo in me. Ho preso la ferma decisione di scriverti subito in mattinata riguardo al “Voto di Amore”². La lettera alle 14,30 era già nelle mani del Rev.mo Don Tosatto³”.

 

 

¹ I voti solenni di gesuita proferiti il 25 marzo 1981.

² “Voto di Amore”, che Gesù attraverso M.Q. chiede al futuro profeta, chiamato in modo speciale ad amare e perdonare i suoi nemici.

³ Cappellano del Cottolengo, seconda guida spirituale di M.Q., dopo il salesiano don Maggio.

 

Stralci dal cartoncino accluso di don Giuseppe Tosatto

 

“…Non c’è che da lodare il Signore, che sceglie i piccoli e gli umili per realizzare le Sue comunicazioni d’Amore.

Non ho nient’altro da aggiungere, anche perché ogni parola umana di commento significherebbe rovinare l’azione di Dio…

Abbi un memento anche per me perché comprenda a fondo la Volontà di Dio e soprattutto la sappia accettare e realizzare con fede, anche se fa paura e le difficoltà e le sofferenze umanamente spaventano…”.

 

Parole di Gesù a M.Q.: “La Mia libertà di scelta nessuno Me la toglie. Umiltà, semplicità e verità. Io sono sempre con te”. 28, 5, 1980. Betania del Sacro Cuore di Alassio.

 

M.Q., umile profetessa di Dio, docile alle sue guide spirituali, mossa solo da Dio, annuncia al gesuita, che il 25 marzo 1981 solennemente sposa la Compagnia, la nuova e definitiva volontà di Dio: dedizione assoluta alla Consacrazione profetica del 1977. L’esperienza gesuitica lo ha temprato culturalmente spiritualmente moralmente al Compito.

 

25 marzo 1981: gesuita per sempre. 25 marzo 1981: l’imperativo Divino di mollare. M.Q., consapevole della contraddizione, nella fede e in preghiera supera se stessa e notifica al gesuita la Volontà. Quella Volontà che già da tempo lo lievitava, all’insaputa della veggente.

 

Le 3 teofanie di M.Q.:

1)     Visita dei Tre con Maria. 11 ottobre 1972.

2)     I due Volti del Cristo durante la consacrazione eucaristica: agonico e glorioso. 10 febbraio 1980.

3)     Nuova Visita dei Tre con Maria. 25 marzo 1981.

 

Il “Voto di Amore” vuole semplicemente evidenziare più nettamente il Comandamento dell’Amore, che non ha certo bisogno di protesi giuridiche.

 

Se i buchi e le croci della fronte fossero divenute più visibili, avrebbe fatto uso di bandana. Venerava e amava i Segni della Passione: non avrebbe tollerato assolutamente la loro esposizione banalizzazione ridicolizzazione.

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