lunedì 22 maggio 2006

Il cardinale impose le mani sul capo del novizio profeta e invocò i carismi della sapienza e della fortezza.


Non occorre solo fare del bene, ma fare il bene.


Non si può sfuggire: o siamo fiducia e speranza o siamo sfiducia e dis-perazione.


Siamo sempre nel Dono: donati a noi stessi, donati agli altri, donati al Dono.


Nel certosino lo spirito s’affermava sempre più come io e l’io come spirito. Era diventato tutto, era diventato tutti.


La materia non è la più grande evidenza.


Gesù, impregnami di Te.


Una fede che non speri non è fede.


Il tramonto è vicino all’aurora.


Fede, speranza, amore, capacità critica disinteressata: è tutto. Capacità critica anche a costo di polemica.


Dio è orizzonte più che principio.


Dio è sempre alla fine, perché è il Fine.


Stat crux dum volvitur orbis: il motto dei certosini e del certosino.


L’eterosessualità non è perfetta, dà sull’altro da sé, l’omosessualità. Anch’essa, non perfetta, aggetta sulla eterosessualità.

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