lunedì 3 dicembre 2007

“Dio è presente tanto nello spirito dell’uomo quanto nelle trippe di un topo.”: Lutero.

 

“La dittatura del relativismo”: il sintagma di Ratzinger, icona della dittatura.

 

Ogni uomo è mediatore di salvezza (o di perdizione), ogni donna è mediatrice di salvezza (o di perdizione).

 

Ogni uomo è luce o tenebra del mondo.

 

Vivere per gli altri: la grazia originale e permanente. Vivere degli altri: il peccato originale e permanente.

 

Le parole istitutive dell’Eucaristia e il “Servo del Signore” di Isaia lumeggiano in pieno il senso e il versus dell’antropologia: vivere e morire per gli altri.

 

Siamo stati creati e siamo creati nella grazia originale: vivere con gli altri, vivere per gli altri.

 

Dio vive per noi e nel Verbo muore per noi.

 

Dio vive per l’altro: incomprensibile.

Dio, nel Verbo, muore per noialtri: incomprensibile. Ma quanta bellezza.

 

Nel “seno” del Padre il Verbo, prima di incarnarsi, ha consumato misticamente Getsemani e Golgota.

 

L’eternità è misteriosa, il tempo è misterioso perché frutto misterioso dell’eternità.

 

Mio Dio, mio Dio, impazzo per Te. Il deserto è ormai fuoco. Finalmente l’aurora ferisce la notte e il Volto si leva e grandeggia.

 

La gloria di Dio scuote silenziosamente il mondo. Il cocchio di Elia, tutto tremore d’Amore, è roveto in fiamme.

 

Tutto brucia. Mio Dio, mio Dio, tutto si consuma e deflagra. Tutto diventa Volto e volti. Chi può resistere alla Tua bellezza in fiamme? Donami il refrigerio della Tua pace.

 

Il Tuo legno brucia, o Signore del fuoco. Fra le fronde della Tua croce il giardino degli Amanti.

 

Venite: lo Sposo brucia. Venite: lo Sposo ride.

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