martedì 10 aprile 2007

Teilhard de Chardin: “Dio non fa le cose, ma fa in modo che si facciano”. Contro l’evoluzionismo assoluto.

 

La metafisica non è mai fisica. La causalità trascendentale non è mai causalità empirica. L’esistenza di Dio è frutto di un ragionamento legittimo e serio ma non incontrovertibile. In ultima istanza è frutto di fede.

 

Profezia sulla morte di Andreotti inadempiuta. Ciò che conta in definitiva non è la cronaca ma la storia, su cui verte la grande profezia.

 

La risurrezione assorbe e polverizza l’autoinganno eventuale di Gesù, che, sulla scia di Giovanni il Battista, ritenne prossima la fine del mondo.

 

Non la compostezza interiore ma l’entusiasmo profondo caratterizza la vita psichica del cristiano.

 

Un Risorto, che in vita si è autoingannato, è, nonostante l’autoinganno, degno di fede.   La fede infatti verte sull’essenziale, non sulla tempistica. L’escatologia non è cronologia escatologica.

 

Signore, scusami se a volte mescolo le Tue cose con le mie. Chi può sfuggire alla forza del proprio inconscio? Neppure Te, ingannato da Te stesso e dalla cultura contemporanea, sulla prossimità della fine. Ma questa fallibilità culturale Ti rende umano, anzi fa di Te l’Incarnato.

 

Anche il profeta nei suoi infrequenti autoinganni è assolto dalla sua umanità reale.

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