martedì 2 giugno 2009

1988

 

Se fossi sempre Credente, sarei sempre nella Gioia. E’ questa Gioia, che Satana vuole demolire. Perché questa Gioia è l’Unica mia Forza.

 

Nella misura in cui sono Profeta, sono combattuto da Satana proprio su questo punto: la Fede nell’essere Profeta. Un giorno forse la tentazione opposta: enfatizzare la mia funzione profetica.

 

Sono il partner della Parola e dello Spirito e, attraverso di Essi, del Padre.

 

Gesù a Franco: “AmaMi come Profeta”, “Amati come Profeta”, “Se ti Ami, Mi Ami”.

 

Il fine e la vetta del mio sacerdozio è la Profezia.

 

Profeta per un sacerdozio nuovo.

 

Dio vuole da me solo l’essenziale: l’Amore e la profezia.

 

M.Q.

Torino 15 agosto 1980

 

“…Caro P.Franco (sull’orgoglio) è anche la mia lotta e il mio pericolo. Il maligno geloso non ci lascerà in pace, lui che non ha più pace. Lui, che per orgoglio ha perso ogni Bene, ha perso il Cielo, non si arrende facilmente. Invidia e rabbia lo torturano. Spera di tirare nella sua rete la nostra umanità. Ma con noi c’è Maria, la nostra Mamma, la Vergine Immacolata e umile, Maria, la Mamma del Divino Crocifisso e Risorto. Maria, la Donna vestita di Sole, non ci lascerà mai cadere per il buio e nel buio. Fidiamoci di Lei, confidiamo in Lei, chiamiamo sempre Lei in nostro aiuto. E’ la Creatura più temuta dal maligno. Di fronte a Lei, ruggente di rabbia, fugge lontano…”.

 

Avv. Proc. Armando Ricca

Nel gennaio 1979 diede al gesuita questa profezia:

 

Verranno a te le pecorelle

smarrite e vaganti nelle tenebre

attratte dalla Luce che Io farò splendere in te.

Tu le toserai del loro vello sudicio

e ne farai tuo giaciglio

e sopporterai il fetore che emanerà

per un cammino della luna.

Quindi darai loro il cibo e la bevanda

che Io ti indicherò

fino a che il loro corpo non sia nuovamente ricoperto di lana.

 

Il gesuita non capì la profezia. Pregò il profeta torinese di chiedere lume al Signore. Nel 1982, aStrasburgo, durante il raduno pentecostale, Armando riceve da Gesù questa parola:

 

“Io ti amo ma tu non Mi ami come Io voglio da te, perché tu ami ancora i tuoi idoli. Contempla la Mia croce e metti tutto te stesso, la tua mente, il tuo cuore, il tuo intelletto nel Mio costato trafitto. Io ti darò l’intelligenza di comprendere gli idoli che tu devi togliere, tagliare nettamente e buttare nel braciere del Mio amore.

Dopo di ciò e dopo che tu avrai fatto questo, Io ti darò una sapienza che nessun’altra creatura potrà avere e le genti verranno a te per attingere a questa sapienza”

(Lettera torinese del 9 luglio 1982).

 

Osservazioni. La prima profezia gravita intorno al “giaciglio”, la situazione stigmatica. “Il cibo e la bevanda” sono la Parola del profeta.

La seconda profezia è l’ordine divino a dedicarsi finalmente all’attività profetica, rifiutandone ceppi e intralci (idoli).

Sintesi delle due profezie: il profeta stimmatizzato spezzerà la Parola a tutti gli uomini.

 

Il 25 marzo 1981 M.Q., a insaputa di Armando Ricca, ordina al gesuita, da parte di Dio, l’abbandono formale della Compagnia.

Nel 1982 Armando Ricca, a insaputa di M.Q., ripete l’ordine divino.

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