mercoledì 24 giugno 2009

Nessun cittadino della perla rivierasca avrebbe potuto immaginare l’autistico pazzo fesso e professionista insieme. Erano tutti accecati dalla sua disponibilità.

 

L’autistico si nascondeva furbastramente nelle maglie di una logorrea velocissima, che incuteva ammirazione. Quella logorrea era in realtà architettura di microfandonie, ammanite con l’abilità stregonesca di chi sta fornendo una cascata di verità. Se ne usciva piacevolmente persuasi.

 

Suddetta logorrea mirava a troncare l’eventuale conversazione, intessuta degli inevitabili sì e no, che nella mente dell’autistico si scambiavano indifferentemente.

 

Cos’è l’avambraccio? Risposta dell’autistico: ciò che sta davanti al braccio. E non c’era verso di farlo ricredere.

 

L’esperienza visiva di Gesù bambino nel giorno della Trinità (7 giugno) sciolse ulteriormente il cuore del profeta anziano aprendolo ad amplessi più divini. Mentre intorno a lui, nella società e nella chiesa, deflagrava, senza lumi critici, l’antipedofilia.

 

Veronica Lario, la “gnocca” di Arcore, secondo il verbo servile e cacace di Emilio Fede.

Icona discreta e virile delle donne italiane invece nella considerazione ammirata del Profeta.

 

In Giappone l’orario di lezione tutti i giorni inizia con un’ora di musica.

 

Gesù bambino, animatoSi il 7 giugno del 2009, lo avvinceva a Sé perdutamente. Quel cuoricino era il cuore di Dio. Lo spirito e l’anima del certosino ne erano liquefatti.

 

La profezia di Armando Ricca del gennaio 1979 recitava:

 

Tu le toserai del loro vello sudicio

e ne farai tuo giaciglio

 

E il “giaciglio” del certosino ora non è più soltanto la croce ma il pagliericcio di Gesù bambino.

La culla intenerisce la croce, la croce innerva la culla.

 

L’Infante divino aveva rapito l’anziano cuore, investito da un Abbraccio incredibile, umile affettuosissimo divino. Il profeta si scusa coi suoi lettori. Non può esprimere la sua esperienza. Dopo anni di spiritualità si ritrovava felice con quel Bambino, Dono fatto persona, Felicità fatta carne.

 

L’umiltà grazie a quel Bambino scorreva fisiologica nel cuore del profeta, in qualche modo padre della Creaturina, madre della personcina del Verbo.

La sublimità del Crocifisso si stemperava nell’umiltà soavissima del Verbo In-fante.

 

Domenica 21 giugno. Ore 6,30. Per un quarto d’ora coro di bambine-angeli: “Una sposa bianca come una mimosa”. Motivo nonsensico, enigmistico, che sarebbe piaciuto a Lewis Carroll. Voci distinte e insieme lontanissime. Il certosino è stato investito di suoni auricolari (forse), svegliato d’improvviso e d’impeto.

Ore 9,30. Nuovo fonio angelico, questa volta raggrumato intorno a una sola parola: Mi-se-ri-cor-dia. Eseguita da una pianola. Per mezzora.

 

NB  Qualche ora più tardi Sat 2000 tratteggiava la figura di s.Margherita da Cortona aralda della misericordia di Dio.

 

Questi interventi angelici bruschi educano il certosino alla prontezza nei confronti delle Sorprese di Dio. Lo lievitano di gioia e di tenerezza soprannaturale per tutta la giornata e oltre, non lì per lì, data la bruschezza del risveglio. Insieme all’esperienza di Gesù bambino nel giorno della Trinità, liberano lo spirito alla sua essenza lieve e festosa.

 

Nessuno normalmente può percepire il proprio spirito. Siamo orrendamente distanti dalla nostra sorgiva interiore. Quanta musicalità quanta gioia quanto senso dilapidati.

 

Spesso il certosino vorrebbe beneficare dei favori divini direttamente da Gesù. Ma Lui non infrequentemente glieli accorda attraverso Sua madre.

Il certosino è pertanto come costretto a esperire la mediazione materna di Maria.

 

Fischiettare felice e invadere di freschezza il mondo.

 

Se Dio non splende, soffre. Come un sole represso.

 

Modulazioni mentali, queste, dovute a mozione angelica notturna. Attimi di felicità incredibile, mentre stento a prendere sonno.

 

Suo padre da giovane amava e frequentava il cinema. Trasmettendo subliminalmente e apertamente al piccolo profeta il piacere e il gusto dell’Immagine.

 

Come piacevano al bimbo le donne di suo padre, disegnate e scalpellinate sulla latta con piacere intenso e tremore sottile per selle equestri mai seriali e anonime. Magnolie di carne, con le chiome al vento e gli occhi stellanti. Crepitavano dolcissime e voluttuose nell’anima del profeta in erba.

 

Più tardi la chiesa rese quel ragazzo un etero represso, flashato in compenso da impulsi gay. Tale fu l’autoviolenza. Ma quel ragazzo, nel suo entusiasmo religioso, aveva semplicemente introiettato la misoginia dell’ambiente. Stuprando, per malinteso amore del Cristo, il suo fondo più intrinseco.

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