mercoledì 27 giugno 2007

«Vorrei, raccontando fiabe piene d’oro e d’ombra, andare di paese in paese…». Sergio Corazzino, crepuscolare romano, morto a 21 anni.

 

L’oro: la Diade archetipa perfetta. Materia e luce, fisica e metafisica, il Cristo.

 

I demoni sono spiriti senza corpo alla ricerca di corpo, anche di quello animale, da abitare e possedere. Invadono anche le cose.

 

Demoni. Tendenza irrefrenabile al fisico. Inibiti dalla misericordia di Dio. Invaderebbero ogni sito mentale e fisico.

 

I demoni hanno memoria perfetta.

 

Verbo, Adorato e Adorante. Adorato dal Padre e dallo Spirito, Adorante il Padre e lo Spirito.

 

Cristo, Agnello di Dio, pane spezzato, uomo dei dolori. Dolore fatto uomo.

 

Cristo, gioia del Padre e dello Spirito. Cristo, oro archetipico.

 

«Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra…Anzi, trovandosi molte volte in viaggio e meditando o cantando Gesù, scordava di essere in viaggio e si fermava a invitare tutte le creature alla lode di Gesù». Così rilevava di Francesco il suo primo biografo Tommaso da Celano.

 

«Dello stesso altissimo Figlio di Dio nient’altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il santissimo sangue suo»: ancora Francesco (2 Test 10: FF 113).

 

Paolo in Galati 6,17 scrive di «stigmata», rifacendosi all’uso romano di imprimere sulla pelle dello schiavo il sigillo del suo proprietario. Lo schiavo pertanto viene “stigmatizzato” come proprietà del suo padrone, che diventa insieme suo protettore.

 

Le stimmate di Francesco significano il Cristo, Suo proprietario e protettore.

 

Altissimo glorioso Dio,

illumina le tenebre

de lo core mio.

Et dame fede dricta,

speranza certa

e carità perfecta,

senno e cognoscemento,

Signore,

che faccia lo tuo santo

e verace comandamento.

Amen

«Preghiera davanti al Crocifisso» di San Francesco d’Assisi

 

«…Laudato si’, mi’ Signore,

per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente

po’ skappare: guai a quelli ke

morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue

sanctissime voluntati, ka la morte

secunda no ’l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore

Et rengratiate e serviateli cum

grande humilitate».

Dal «Cantico di Frate Sole» di San Francesco

 

Bisogna credere negli uomini, contro la loro stessa autodisistima.

 

Ovunque avvisaglie di Apocalisse e dell’Apocalisse. Ma il cristiano è l’ottimista contro ogni speranza.

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