mercoledì 28 giugno 2006

Quelle più alate sono le cose più concrete.


Lo spirito rende materia la materia.


O Dio, incanto degli anziani e dei vecchi.


Il porno è porno solo per i pornologi. Tutto partecipa dell’innocenza di Dio.


Il Regno dei cieli (Dio) è simile a un bambino. Assetato d’amore.


Gli angeli sono la parabola sottile della materia.


Il Concilio è stato il tentativo del ritorno al Vangelo. Non fondamentalistico, ma teologicamente, antropologicamente, ecclesiologicamente creativo.


Il ritorno del Cristo va interpretato alla luce dell’autotrascendenza del cosmo e della storia. L’acqua di Cana è fatta per diventare vino, la materia per diventare spirito, l’individuo per diventare persona, la morte per diventare vita, la mente per diventare cuore, il non-Cristo per diventare Cristo, il pane per diventare Corpo, il deserto per diventare oasi, l’essere per diventare Essere.


Cristo non ritorna, ma appare. Apparendo Lui, riappare tutto.


Il “ritorno” di Cristo non sarà un evento traumatico per la Terra, ma l’incarnazione e il superamento del suo inconscio più bello.


L’amore non è solo una forza privata e intima, ma lo slancio universale delle cose e della storia verso la loro profondità e la loro acme.


Il “ritorno” di Cristo è il brillio improvviso della profondità occulta delle cose.


L’amore è Sì cosmico.


Nel volto di Colui che ritorna affiora e fiorisce ogni volto.


Tutto è incalzato da Te verso di Te.


Castelgandolfo. Paolo VI lo notò fra la folla, lo guardò a lungo, lo amò. Il giovane prete, il futuro profeta, in quello sguardo incontrò il suo destino.

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