RAPPORTO VATICANO SUI LEGIONARI DI CRISTO

Corriere della Sera, Focus, lunedì 3 maggio 2010

 

Rapporto vaticano sui Legionari di Cristo

 

Maria Antonietta Calabrò

Su padre Marcial Maciel Degollado – morto nel 2008 dopo essere stato, due anni prima, sospeso da ogni attività sacerdotale dal cardinale Ratzinger appena salito al soglio pontificio – sono stati «appurati» fatti sconcertanti, in particolare che di nascosto aveva figli e famiglie in almeno due diversi Paesi, ma anche che aveva commesso alcuni altri «veri delitti», purtroppo «confermati da testimonianze incontrovertibili». E cioè «abusi sessuali» di cui ci sono state numerose vittime «dentro e fuori la Legione». Il tutto all’interno di un vero e proprio «sistema di potere messo in atto da padre Maciel».
Insomma, «una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso» come afferma un comunicato della stessa Santa Sede (e non della Sala stampa vaticana), redatto quasi fosse un resoconto delle riunioni che si sono svolte tra venerdì 30 aprile e sabato 1º maggio al massimo livello in Vaticano. Un comunicato che di fatto è la sintesi dei rapporti illustrati dai cinque «visitatori apostolici» che per 9 mesi hanno passato al setaccio la vita della Congregazione dei legionari di Cristo nei cinque continenti, raccogliendo le testimonianze di circa un migliaio di persone. I «rapporti» dovevano essere discussi in un incontro con il cardinale segretario di Stato, Bertone, e i cardinali Levada e Rodé e il sostituto Filoni, ma alla prima sessione, a sorpresa, ha partecipato direttamente il Papa al quale i visitatori hanno dato le loro relazioni: su queste ultime il Papa in persona ha messo il «segreto». C’è persino chi vede nel comunicato («un capolavoro canonistico») il periodare caratteristico di Ratzinger, con uno stile che – ha scritto il Pais – «qualcuno ha definito “ferocemente amabile”».
Ne esce fuori un quadro fatto di abusi (avrebbe stuprato persino uno dei suoi figli), di violenze, di doppia vita del fondatore (che, si è scoperto, era tossicodipendente dalla morfina fin dagli anni Cinquanta e che avrebbe indotto gli stessi abusati a somministrargli la droga adducendo motivi di salute), nei cui confronti invece era stato creato un vero e proprio culto della personalità (ancora la settimana scorsa i siti web dei Legionari in tutto   il mondo continuavano a osannarlo come «nostro Padre»). A tenere tutto cementato c’era il vincolo di segretezza che i preti e i consacrati (anche laici) si impegnavano a osservare come un quarto voto religioso dopo quello di obbedienza, povertà e castità, voto di segretezza che è stato annullato con un atto pontificio, prima che partisse l’inchiesta dei «visitatori», proprio per permettere una loro libera testimonianza, e che, ovviamente, ha «causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere   un cammino di profonda revisione».
I visitatori hanno ascoltato e verbalizzato l’interrogatorio di tutti i «legionari» stricto sensu  e cioè circa settecento deposizioni obbligatorie dei preti membri, più svariate centinaia dei seminaristi e di laici del movimento che hanno chiesto una distinta visita apostolica (promessa nel comunicato della Santa Sede), il che lascia pensare che possano emergere altri problemi. La «potenza» della Congregazione nasce infatti da generose donazioni di «laici» vicini, amici o addirittura appartenenti alla struttura laicale «Regnum Christi».   Amici per fare solo alcuni esempi italiani, come Giampiero Fiorani o l’ex governatore Antonio Fazio. Più recentemente nelle cronache del suo arresto per lo scandalo del G8, Angelo Balducci è stato indicato come appartenente ai Legionari, anche se di questa circostanza non c’è conferma ufficiale né smentita.
Con queste donazioni (a cui convinceva anche le sue ricchissime «mogli», una spagnola, una messicana) sono state finanziate università, scuole, strutture di ogni specie. Ma adesso la situazione sta cambiando: in Italia ad esempio l’agenzia di stampa Zenit è costretta, per sopravvivere, a chiedere continuamente sottoscrizioni.
Papa Benedetto XVI nominerà in tempi che si attendono ragionevolmente rapidi, forse addirittura in settimana, per decreto, un suo «delegato» – un commissario – che prenda in mano la fin qui potentissima congregazione fondata all’inizio della Seconda guerra mondiale, riportandola nella normalità della vita religiosa. Potrebbe essere un cardinale (Saraiva Martin?). Nell’arco di sessant’anni, infatti, l’organizzazione ha accresciuto sempre più il proprio peso nella Chiesa cattolica: dal primo incontro di Maciel con Pio XII fino alla creazione di una congregazione «di diritto pontificio», con Giovanni Paolo II. Mentre agli atti risulterebbero prove di una vera e propria «corruzione» esercitata in Vaticano dal sacerdote messicano per «bloccare» le numerose inchieste avviate, fin dal 1948, contro di lui. A nulla valsero anche le violente polemiche degli ebrei contro il film The Passion, accusato di antisemitismo e finanziato dai Legionari.
Così come restano aperti altri interrogativi sul ruolo del religioso – che di «marziale» ha anche il nome – di qua e di là dell’Atlantico, per gran parte del secolo scorso. Pedofilia, violenze, «mogli», tossicodipendenza fanno di lui un personaggio degno più che di San Pietro, di John Le Carré. Una doppia e tripla vita che si riflette nella scelta di una denominazione dagli echi storici ambigui: Cristo patì sotto Ponzio Pilato e fu messo in croce dai legionari.