sabato 2 febbraio 2008

Il gioiello di Ferrari fu la pastorale giovanile. Volle una messa domenicale, cui far confluire tutti i giovani della città. Contro le rimostranze dei parroci, che tenevano al loro gregge. Volle un prete, giovane, unicamente dedito ai giovani.

 

Rifuggiva dal bacio devoto al suo anello episcopale. Voleva essere trattato senza salamelecchi.

 

Ai preti amava dire: siate uniti fra di voi più che a me. Organizzò giornate sacerdotali in cui i preti potevano stare fra di loro, giocando anche a bocce. In campagna, all’aria aperta. In un clima sereno e fraterno. Liberi. Alcuni di loro cucinavano o facevano cucinare.

 

L’esperienza sonnica e sognica del Volo ha come protagonista non l’«anima», ma un corpo più leggero. E’ questo corpo particolare l’anima?

 

Ferrari pregava pensando e pensava pregando.

 

Al giovane prete, appena ordinato, che celebrava rapito verso il crocifisso, che grandeggiava sull’altare, disse: è sufficiente che tu guardi i Suoi piedi.

Non amava l’enfasi esterna.

 

L’opposizione classica fra spirito e materia non soddisfa, perché non li definisce.

 

Come definire d’altronde lo stesso indefinibile ipo-teologico: lo spirito dell’uomo e delle cose, la loro matericità?

 

Gesù, che cammina sul lago di Tiberiade, è semplicemente il Suo corpo o il Suo corpo-anima, il cosiddetto corpo astrale? In questo caso s’è sfrangiata la differenza fra fisico e animico.

 

Il certosino chiedeva sempre più fede, amore e sapienza, l’intelligenza del divino e dell’umano.

 

“Gesù, Figlio di Dio”, non è una definizione eccessiva, ma difettiva. Gesù eccede anche le formulazioni più eccessive su di Lui.

 

Il certosino lo mise a fuoco sotto un sole abbacinante, di fronte a una marina abbacinata.

 

L’arcivescovo tridentino curò un volume sui contributi dei vescovi pugliesi al Concilio. Sempre a galla il marpione. Alter Ferrara.

 

Al giovane prete, sconcertato dalle involuzioni gerarchiche del postConcilio, Ferrari osservò amareggiato: la chiesa è chiusa allo Spirito.

 

Il Ferrara di Lecce gongolava.

 

Il problema è l’esistenza dello spirito o l’esistenza della materia? Cos’è la materia? Cos’è quell’è? Cos’è la materia senza quell’è? E lo spirito senza quell’è? E quell’è senza l’Essere? E cos’è l’Essere se non Si rivela?

 

L’essere, in quanto non niente, è già divino? Il divino è omogeneo oppure è esso stesso frastagliato e svariato? Quale dono la fede nel mare delle ombre.

 

Siamo pellegrini assediati dalle ombre. Per il credente, assediati dal Sole latente.

 

Signore, in confronto con Te, ogni verità è problema.

 

Signore, voglio essere le Tue ginocchia, la Tuaadorazione perenne del Padre.

Fa’ che pensi l’Impensabile, fa’ che ami l’Inamabile.

 

Tutti Ti amano finché sei il loro io, tutti Ti odiano quando tenti di diventare il loro Dio.

 

Ferrari vagheggiava l’idea di vivere in episcopio coi suoi preti.

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