sabato 24 gennaio 2009

Contro le scelte pro aborto di Obama polemizza l’arcivescovo Fisichella: “Saper ascoltare tutte le istanze del Paese, senza rinchiudersi in visioni ideologiche con l’arroganza di chi, avendo il potere, pensa di poter decidere della vita e della morte”. Autogol.

 

Venerdì 23 gennaio 2009. Ostuni. Ore 13,42. Parola dello Spirito: “E tu, Obama, fiorirai ma non fruttificherai”.

 

Venerdì 23 gennaio 2009. Molo di Torre Canne. La sua anima stava entrando in una fase contemplativa radicale: la fruizione del Sole Uni-Trinitario. Cominciava a sapere luminosamente (o a vedere gustativamente) tre soli Personalissimi come un unico Personalissimo sole. TrePersonalità relative unificate dalla Personalitàassoluta.

Non era una visione intellettuale, ma una percezione vitale a cui lo spirito stava sbocciando.

L’unica immagine disponibile a descrivere adeguatamente l’Oggetto era il Sole.

 

Il certosino aveva bramato per anni di vedere le Persone Trinitarie su questa terra. La grazia delle grazie si stava adempiendo discretamente, potentemente, travolgentemente.

 

E’ necessario disseppellire il termine eutanasia dai suoi semantemi impropri: soluzione finale e culto della morte. Inventati da una chiesa linguisticamente furbissima (vedi “diritto naturale”).

Eutanasia o morte bella. Eutanasia o morte buona. Secondo l’etimo greco.

 

Caso Eluana Englaro. Mercedes Bresso, governatore della regione Piemonte, al cardinale Poletto: “Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile”.

 

L’Amaca

Grazie a Mercedes Bresso per la dignità e la chiarezza delle sue parole in difesa della laicità dello Stato (era ora che qualcuno, nel Pd, drizzasse la schiena davanti a un porporato, trattandolo da pari a pari, da cittadino a cittadino, come si conviene in democrazia). Ma grazie, anche, al cardinale di Torino Poletto per la sincerità con la quale ha finalmente enunciato (islamicamente) ciò che oggi rende la Chiesa italiana così minacciosamente attenta alla propria libertà e così serenamente disattenta alla libertà degli altri. “Per un credente – ha detto Poletto – le leggi di Dio sono più importanti di quelle dello Stato”. Nel nome di questa “maggiore importanza”, si è dunque liberi di considerare non vincolanti quelle leggi e quei principi che valgono, invece, per tutti gli altri, e specie per quei soggetti eticamente dimidiati che sono i non cristiani. Una legge uguale per tutti (quella dello Stato) è considerata dalle gerarchie vaticane “meno importante” di una precettistica certamente rispettabile, ma resa oggettivamente parziale dalla sua stessa natura confessionale. Approfittando della schiettezza del cardinale Poletto, finalmente ho capito qual è il problema: per chi la pensa come me, le leggi dello Stato, per quanto modeste stratificazioni storiche di faticosi processi sociali, sono molto più “universali” delle leggi della Chiesa. Che, quanto a soggetto legiferante, è meno democratica e meno rappresentativa del più approssimativo dei Parlamenti. Quanto a Dio: non c’entra veramente nulla.

Michele Serra

 

Dell’allora teologo Poletto il certosino ricorda il naso dantesco e intrusivo, profezia del ficca-nasismo universale e locale dei due amanti dell’est e dell’ovest. Naso fallico. O fallo nasale. Naso polacco, fallo bavarese. Naso bavarese, fallo polacco. Vagina taurinese. Naso vaginese.

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