sabato 24 novembre 2007

Più si diventa innocenti, più ci si sente membri d’un popolo peccatore e di una umanità peccatrice, membri di un cosmo ferito e incompiuto (peccato cosmico).

 

Lo Spirito è la nube gloriosa in cui è battezzata ogni cosa e ogni cultura.

 

La materia è la conseguenza dello spirito, e non viceversa.

 

Come il Verbo si incarna, così lo spirito si fa materia.

 

Imperversa l’edonismo.

 

Lo spirito è il cuore della materia.

 

La scienza è miope.

 

Vede solo il suo naso.

 

Siamo angeli ignari di sé.

 

Lo spirito è l’apriori.

 

La fede è innanzitutto autocoscienza e autopercezione della propria natura spirituale.

 

La materia è il frutto provvisorio dello spirito.

 

Se partiamo dalla materia, rimaniamo impigliati nelle sue maglie.

 

Siamo dei materialisti, che, nel caso migliore, credono faticosamente nello spirito.

 

Lo spirito è l’essenza della materia.

 

Noi “crediamo” nella materia, in realtà non conosciamo la sua natura naturante, la sua essenza viva e ruhale.

 

Una materia non piatta ma profonda: questa è la materia che Dio, Spirito, ha creato e crea. Questa è la materia degna di Dio, condegna dello Spirito e dello spirito.

 

Crediamo in Dio perché sperimentiamo l’anima.

 

L’Inconscio è lo scrigno dello spirito.

 

Lo Spirito santo libera in noi lo spirito.

 

La fede non è volontarismo, è esperienza, è toccare. Toccare l’Intangibile, esperire l’Inesperibile.

 

Perché stupirsi della verginità materna di Maria?

 

Dovremmo stupirci del fatto che la materia appaia ancora materia.

 

I mistici e la mistica sfiorano il Volto.

 

Anzi, ne sono sfiorati.

 

Nella bilocazione la materia ride e si fa spirito.

 

Nella levitazione monti con Elia sul cocchio dell’Amore.

 

Siamo tutti potenzialmente capaci di camminare, come Gesù e con Gesù, sulle acque del mondo.

 

La nostra essenza è liquida.

 

La materia non è ancora se stessa.

 

Lo spirito non è ancora se stesso.

 

Attendiamo l’Omega, Lui, Spirito Anima Carne.

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