sabato 30 maggio 2009

Suo zio materno, Graziano Petrosillo, capitano di lungo corso, pagò le rette del suo seminario teologico. Nonostante la sua formazione tecnica, era un poeta autentico.

 

Il profeta non aveva sfruttato economicamente la chiesa, come tanti altri, che vivono per la chiesa perché vivono economicamente di essa.

 

Gli angeli lievitavano la sua vita con la loro bellezza. Per lui vestivano le cose di colori surreali e sognosi. Quel mattino (27 maggio 2009) si svegliò quasi accecato dal giallo-oro, misto a blu, delle loro tuniche, percepito in sogno.

 

Gli ultimi mesi del certosino saranno determinanti per l’umanità e per la chiesa. Esploderanno in prodigi voli bilocativi conversioni.

 

Dio visiterà il mondo con la Sua potenza smagliante e guarente. E gli uomini si riscalderanno alla fiamma della Profezia e della Passione. L’Angelo del profeta sarà velocissimo, trasvolante, precipite, meteorico. La Bellezza è appannaggio del mondo solo per un nanosecondo.

 

Il certosino è proteso solo a Lui, l’Incandescente. Nulla e nessuno può ritardare e rinviare l’Incontro, agognato da quando la Tenerezza parlò al suo cuoricino di orfano e il Logos eucaristico lo investì di Profezia e di Passione.

 

Com’è difficile vivere sulla Terra quando si “vede” e si “percepisce” la musica delle sfere, fuori di metafora, quando si è raggiunti dal Flusso e dalla Sfera, dal Silenzio Parlante, dal Mirabile fattosi ignobile, rimanendo Mirabile, dalla Luce perturbata e perturbante, dal Cuore ferito dal Suo stesso Amore. Com’è difficile vivere in impazienza dolorosamente paziente. Mangiando bevendo defecando pensando pregando soffrendo sperando. Sapendo al tempo stesso che il Silenzio ti parla nei suoni e nei rumori della vita e della storia. Sfiorando Bellezza attraverso volti e forme, inseguendo il Cuore Vivente attraverso mille fragilità. Cantando il Nome che attraversa tutti i nomi, adorando il Non Essere che E’ in ogni banda cosmica in ogni landa umana in ogni deserto in ogni folla. Il 3 volte Santo, l’Incomprensibile che Si fa comprendere solo dal cuore adorante e dall’intelletto posizionato sul cuore. Il Dio degli angeli, il Dio dei cieli dei cieli, il Dio-Bambino, il Dio delle infinite bolle cosmiche, il Dio irrefrenabile e tracimante, nessuno può incontrarLo e rimanere indenne. Diventi Giacobbe sul fiume Iabbok. Il tremore angelico di quella notte esonda sino alla tua vita divinamente violentata.

 

L’umile artiere Ratti Niccolò eresse a sua moglie defunta il monumento stupendo del suo dolore e del suo amore. Di marmo bianco-nero, sormontato da una croce nera, alta e snella, come una ragazza in fiore. Vegliato da un angelo, bianco, orante con le braccia incrociate sul cuore. Il braccio sinistro, spossato, puntato su un colonnino bianco. A sinistra, giù, il cuore del monumento: una nicchia circolare racchiudente la lampada-torcia della Fede.

 

Sconcertante la coppia dei significanti tombali: la croce e l’angelo. Un giorno Gesù dirà al novizio gesuita: ti associo alla Mia Passione e alla Passione degli angeli.

 

La nicchia tombale anticipa la nicchia arborea della visione dell’Arcangelo del 17 marzo 2009. Michael proclama gli scritti sapienziali del profeta, che, in seconda battuta, splendono dalla nicchia centrale dell’albero cosmico. A somiglianza della lampada-torcia della tomba della madre del profeta. Bruna come l’Arcangelo.

 

La madre morì il 4 settembre 1948, intasata dalla sua bambina mortale in grembo, vittima dell’incompetenza e della sciatteria medica. Il Comandante-poeta (era chiamato affettuosamente Comandante), suo fratello, riportò sul ricordino funebre i versi di Edgar Lee Masters

 

Polvere della mia polvere

e polvere con la mia polvere,

oh bimbo, tu che moristi

mentre entravi nel mondo

morto con la mia morte!

                    …Bimbo! Bimbo!

La Morte è meglio della Vita!

Il bimbo-profeta vide sua madre in un lago di sangue. Mai e poi mai il Logos-Madre avrebbe permesso stimmate di sangue.

Spesso sguscia dai ricordi la figura sottile di una suorina, che nelle diacce notti milanesi offriva dal suo thermos tazzine di caffè caldo alle prostitute intirizzite.

 

Il profeta nacque e crebbe in un clima d’amore. Era amatissimo. Ricorda ancora, nonostante il tempo, il privilegio esaltante di dormire nel lettone, fra i suoi genitori, avvolto dal loro calore e dal loro piacere (distante).

 

Nei suoi nessun’ombra di sessuofobia. Crebbe sano e vitale. Fino a 8 anni, fino alla morte di sua madre.

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