sabato 9 febbraio 2008

Gli autistici scarseggiano dei cosiddetti neuroni-specchio, che servono a comprendere e imitare azioni ed emozioni degli altri. Ma è solo questione di incapacità imitativa? Non è necessario imitare gli altri per sentire e capire.

Alberga in noi un impulso a comprendere, che precede il fatto che gli altri comprendano e il fatto che noi lo verifichiamo.

 

Signore, voglio essere la Tua misericordia.

 

Signore, Tu sei il Misericordioso non per impulso morale, ma perché Tu, intelligenza, intelligi cuori e contesti.

 

La Verità è sempre penultima rispetto alla Misericordia.

 

L’intelligenza degli uomini, intelligere gli uomini e i loro problemi reali, nonché i nuovi problemi legati alla scienza e alla tecnica, questa “intelligenza cordiale” è necessarissima alla morale e ai moralisti.

 

Ratzinger scarseggia dei neuroni-specchio.

 

Morendo, strinse la statuina di s.Rita la madre del futuro profeta stimmatizzato.

 

Ed era devotissima di s.Antonio, il mistico profeta, che amava pregare sugli alberi, celato dalle loro fronde, in colloquio assoluto col Cielo.

 

Senza la consacrazione profetica da parte di Gesù Cristo e le singolari grazie mistiche della sua vita il certosino non avrebbe mai creduto nella divinità di Gesù Cristo.

Comprende da fratello tutti coloro che non la comprendono e la rifiutano, pur apprezzando il Messaggio.

Crede nella divinità di Gesù a partire dalla fede della chiesa, ma non grazie alla fede della chiesa.

Crede perché ha “toccato” e “visto” il Verbo, che è nel seno del Padre. Lo crede e Lo testimonia, sapendo che la sua testimonianza non sarà condivisa da tutti. Sapendo anche che lui stesso, forse, nella loro condizione, non avrebbe condiviso.

 

Guardava i suoi libri con tenerezza. Paglia, alla fine della sua vita, li chiamava l’Aquinate. Con tenerezza distante, come amici e amiche da cui ci si congeda. Lui.

 

Sua madre, giovane, morì soffocata dal frutto del suo seno. Per dissennata tempistica medica.

 

Il mandante (e i mandanti) mentì a Paolo VI. Che D’Erchia fosse incapace di governare la diocesi di Monopoli era solo la motivazione ufficiale. In realtà si rigettava la sua mentalità e il suo stile anticonciliari, favoriti da una intelligenza mediocre e localistica, da parroco di contrada.

Mentì e mentirono perché la vera motivazione non avrebbe funzionato con Paolo VI sempre più timido e perplesso.

 

Fu lo stesso futuro profeta a sconsigliare la motivazione vera.

 

Moltissimi credono nella divinità di Gesù per inerzia culturale. Fino a quando?

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