VETRIOLO AL VELLUTO Seminari anticonciliari

Da ADISTA notizie n.73 – 4 luglio 2009

 

Una perfetta consonanza con le linee guida illustrate da Ratzinger nella sua lettera ai preti di tutto il mondo si trova nel discorso tenuto da mons. Jean-Louis Brugués, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, all’incontro annuale dei rettori dei seminari pontifici svoltosi i primi di giugno a Roma.

Secondo mons. Brugués, “esiste oramai nella Chiesa europea, e forse anche nella Chiesa americana, una linea di divisione, forse di frattura, che varia indubbiamente da un Paese all’altro, e introduce quelle che chiamerò una ‘corrente di composizione’ e una ‘corrente di contestazione’”. La prima (“risultata predominante nel dopo-Concilio”) porta a guardare favorevolmente alla secolarizzazione, cercando di rintracciare in essa “valori a forte densità cristiana” quali “l’uguaglianza, la libertà, la solidarietà, la responsabilità”. La seconda corrente (emersa “a partire dagli anni Ottanta” e affermatasi “sotto l’influenza di Giovanni Paolo II”), al contrario, invita a prenderne le distanze perché “ritiene che le differenze o le opposizioni, soprattutto nel campo etico, diventeranno sempre più marcate. Propone dunque un modello alternativo al modello dominante, e accetta di sostenere il ruolo d’una minoranza contestatrice”.

La stessa linea di demarcazione si ritrova fra coloro che bussano alle porte dei seminari cattolici, anche se “i candidati della prima tendenza sono diventati sempre più rari, con grande dispiacere dei sacerdoti delle generazioni più anziane”. La maggior parte degli aspiranti sacerdoti, infatti, “sono portatori d’una preoccupazione d’identità (con un certo disprezzo, vengono qualificati talvolta come “identitari”): identità cristiana – in che cosa ci dobbiamo distinguere da coloro che non condividono la nostra fede? – e identità del sacerdote”.

Ed è proprio quest’ultima tendenza – rafforzatasi “considerevolmente ma non ancora diventata dominante” – che i rettori dei seminari pontifici dovrebbero incoraggiare e sostenere: “Più che il passaggio da una generazione ad un’altra”, ha chiarito mons. Brugués in conclusione del suo intervento, “dovete assicurare armoniosamente il passaggio da un’interpretazione del Concilio ad un’altra, e forse da un modello ecclesiale a un altro. La vostra posizione è delicata, ma è assolutamente essenziale per la Chiesa. Mi auguro che la mia presenza tra voi sia percepita come un segno di fiducia e d’incoraggiamento da parte della nostra Congregazione, e della mia persona in particolare”. (emilio carnevali)

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