“Gesù di Nazaret” ossia gli esegeti al guinzaglio del teologo Ratzinger. L’esegesi ratzingeriana di ieri contro l’esegesi di oggi.
Manifesto ideologico: la pretesa ratzingeriana di ridurre la fede a ragione credente, alla “ragione ampia” di Ratisbona.
E’ ridicolo seguitare a dire: Gesù è risorto. Mentre Lui sta per tornare.
La chiesa non vuole farsi turbare dal “Ritorno” (imminente) di Gesù. Sarebbe disturbata la gestione borghesemente tranquilla ed ecclesiocentrica del Depositum fidei e il suo silente burocratico progetto imperialistico.
L’apocalisse imporrà il Vangelo.
Solo un enorme trauma può convertire la chiesa.
Ripresa dell’élan conciliare e fervore escatologico: questi i due assi precipui del “risorgimento” della chiesa.
La chiesa oggi si sente sotto accusa e sotto assedio. E’ perfettamente vero il contrario: la cultura laica, aggredita, reagisce. La chiesa lo sa e mente.
Crollano l’impalcatura e i ponteggi wojtyliani, crollano le mura medievali, crolla la Gericocostantiniana. Sorge l’aurora evangelicale, cui seguirà il meriggio dell’Amore.
Wojtyla, Ratzinger: i loro spettri s’aggirano fra le macerie tridentine, sotto il novilunio dell’ultima primavera, mentre i rami del fico si fanno teneri e promettono il loro paradisiaco frutto.
Il solare Messia irromperà per rapire chiesa e umanità nel Suo amplesso di fuoco.
Tutto sarà tremore di Amore. L’universo sarà il talamo della Vita. Trinità e molteplicità si incontreranno per sempre.
Elegante insinuazione dell’esegeta Martini all’Autore: aggiornati.
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